Edizioni La Baronata


Episodio 32.

In cui Davos si ritrova isolata dal resto del mondo.

di Daniel de Roulet
Episodio 1.

Da quando Max ha deciso di non tenere la sua conferenza, non ha più niente da fare qui. Ha fatto colazione in camera per non dover affrontare quelli che si considerano suoi colleghi. Ha chiuso la valigia, evitato di mettere la cravatta. Ha voluto telefonare a Frénésie per congedarsi, ma il portatile non risponde, malgrado i numerosi tentativi.

Peccato, avrebbe voluto mantenere buoni rapporti con lei. Alla reception, nota numerosi clienti che stanno pagando. Dunque, non è il solo ad andarsene. Durante tutto il tempo che è al bancone, spera di veder comparire Frénésie. Dev'essere occupata altrove.

I clienti muovono i loro occhi indaffarati su tutto ciò che li circonda. Max si meraviglia della loro agitazione. Uno dice:

- Per fortuna la valanga è stata fermata dagli alberi.

- Se anche a Davos ora dobbiamo temere gli elementi naturali...

La ricezionista dice di non aver bisogno della carta di credito di Max:

- Non c'è nessuna connessione informatica né telefonica. A causa della valanga. Le invieremo la fattura, signor vom Pokk.

Gli propone un tassì, ma bisognerebbe aspettare a lungo. Preferisce scendere a piedi alla stazione, per prendere il treno per Landquart. Stasera dormirà a Zurigo, la sola città del paese. Tutti i marciapiedi sono stati cosparsi di sale il mattino presto. Nonostante la forte pendenza, non si scivola, per le rotelle della valigia non è l'ideale. Max passa davanti al museo Kirchner, poi davanti alla pizzeria Neue Liebe che significa «nuovo amore». Senza malinconia continua fino alla piazza della chiesa dove si congeda dalla torre alta ottanta metri, attorcigliata e ricoperta da assicelle di legno.

Da lì fino alla stazione la pendenza è più ripida. Da bambino scendeva di là, ventre a terra, sulla sua slitta. Dicevano «a rana», nella posizione della rana. Una slitta di legno, tra l'altro chiamata Davos. Vorrebbe sapere cosa ne è stato della sua Davos.

Da tutti gli alberghi della strada principale escono uomini come lui, che tirano le loro valigie con le rotelle, vacillanti in direzione della stazione. Le loro belle scarpe di cuoio verniciato non si aspettavano questa passeggiata nella neve.

Sui loro visi, Max nota un'impazienza ai limiti dell'angoscia. Si direbbe l'esodo collettivo di una forza lavoro qualificata ma in sovrannumero. Tutti gettano sguardi inquieti verso il grande cono di deiezione della valanga che ha sfondato la foresta per più di un terzo della sua altezza.

Max arriva in vista della stazione. Le forze di sicurezza sono là in massa, tutte in nero con i giacconi con la scritta Polizei, fucili lancia-granate, scudi rotondi di vimini, filo spinato, cani e cannoni ad acqua. Tutto il loro armamentario sulla linea di demarcazione. Bisogna mostrare di essere in regola per passare dall'altra parte.

(continua)

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Copyright © 2001 Daniel de Roulet per la versione originale francese

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