Episodio 20.In cui si scopre che Frénésie conosce l'ex amante di Max. | |||
di Daniel de Roulet | |||
Episodio 1. |
Max rumina. Ossia le sue domande passano da uno stomaco all'altro. Tsutsui, ce ne sono centinaia di migliaia che si chiamano così? Max la chiamava la Tedesca, la sola Giapponese con cui avesse fatto all'amore. Si erano incontrati a Francoforte, lei militava nello stesso gruppuscolo. Lo chiamavano l'RK per Revolutionärer Kampf. Volevano sovvertire l'ordine mondiale con l'aiuto degli emigrati turchi. Fu a un concerto dei Ton Steine Scherben. Il grosso Joschka (non correva ancora la maratona) aveva fatto un discorso sdolcinato. Max l'aveva trattato da riformista. La Tedesca gli aveva lanciato uno sguardo di connivenza. Più tardi quando i poliziotti avevano lanciato i lacrimogeni, Max continuava a afferrarle i seni. Lacrimavano abbracciati. Forse la memoria esagera il romanticismo della scena. Soprattutto per una storia finita molto bene. Avevano appuntamento ogni sera dopo le assemblee di movimento. Lo portava in una casa occupata dove aveva un angolo per lei. Là c'erano due piani a coda che i bambini antiautoritari massacravano dall'alba. Una sera, a bruciapelo, lei gli aveva detto: - Max, sono incinta di te e ti lascerò. Ritorno in Giappone. Max aveva capito che era molto seria. L'aveva accompagnata all'aeroporto. Piangevano nonostante non ci fossero i lacrimogeni. E per venticinque anni, non aveva più sentito parlare di lei. La sua Tedesca giapponese non aveva più dato segni di vita fino al giorno in cui aveva corso per la prima volta la Maratona di New York. Sente ancora la sua voce appena invecchiata negli auricolari. Partecipava appunto a quella maratona, ma sulla sedia a rotelle. Siccome non l'aveva vista, aveva pensato a un inganno. Una voce d'oltretomba, un segno dell'aldilà. - Max, dovresti cercare di dormire. Oppure allora baciami sul collo. Mi piaceva prima. Oppure rimettiti il preservativo e tentiamo ancora una volta. Te l'ho detto, per me sono quattro anni e mezzo. Perché ridi? Lui si permette di chiederle se anche lei, appunto, ne conosce molti di Tsutsui. - Ho visto quello che ti ha apostrofato. Alla televisione. Assomigliava a qualsiasi altro Giapponese. Conoscevo una Tsutsui, ma è morta. Era a Londra, tre anni fa. Una triste storia, una donna su una sedia a rotelle. Dicendo questo Frénésie aggiunge un sorriso melanconico. Lo stesso che, prima alla réception, ha sedotto Max. Un sorriso che fa dimenticare il mondo e vi invita ad accollarvi alle labbra per aggiungervi il vostro. In punta di lingua. Passa le sue braccia dietro la schiena di Max, lui si perde nei suoi capelli. Lei è sopra di lui, poi lui sopra di lei. Le lenzuola blu se ne vanno in tutte le direzioni. D'un tratto, lei si immobilizza, mette un dito sulla bocca come se avesse fatto rumore. Poi gli mostra il soffitto. Mentre lui guarda in aria, lei ne approfitta, era una finta per baciarlo sotto il mento. Poi afferra il cuscino per iniziare una battaglia. (continua) | ||
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Copyright © 2001 Daniel de Roulet per la versione originale francese |
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