Edizioni La Baronata


Episodio 13.

In cui Tsutsui scopre di essere un bambino nato dalla fecondazione artificiale e figlio di Max.

di Daniel de Roulet
Episodio 1.

Tsutsui se lo immaginava diverso questo Max vom Pokk. Cosa ci viene a fare qui? Dovrebbe trattarsi niente meno che di suo padre. La questione merita di essere chiarita.

All'inizio sua madre Shizuko pretendeva che i suoi figli fossero i prodotti di una manipolazione genetica. In un certo senso, questa identità artificiale continua a ossessionare Tsutsui.

Tutto a causa della bomba del 1945 e delle loro idee del 1968. E sua madre, a quarantacinque anni su una sedia a rotelle, ancora a causa della bomba. E lui allora?

Al penitenziario, sua madre è venuta a trovarlo numerose volte. Ogni volta le ha chiesto il nome di suo padre. Lei diceva: «Poiché te lo ha detto tua sorella, non la contraddirò.» Pretendeva che non cambiasse nulla, che i figli sono di chi li cresce. Bei principi! E un giorno, ognuno per sé. Si chiama età adulta.

Tsutsui ha trent'un anni, perciò non è più il bambino di sua madre. Lei è morta il giorno della fusione della sua azienda con un altro grande dei rifiuti mondiali. Se vivesse ancora, sarebbe fiera di suo figlio. Un Giapponese perseverante nelle cattive compagnie che vuole giocare un tiro mancino a questi signori. Quei bastardi di cui lei è stata vittima.

In alto sulla radura, il sentiero riprende nella foresta, attraversa il torrente gelato e sbuca al limite degli alberi. Durante tutto questo tempo Davos rimane nascosto, si è confrontati solo con se stessi, con la nuvola di vapore che vi esce dalla bocca. Le idee corrono in ogni direzione.

Tsutsui vorrebbe che sua madre lo vedesse. Anche lei sarebbe d'accordo che non si può lasciar svolgere il Forum di Davos senza un piccolo segno che marchi l'avvenimento. Un segno non troppo rischioso, non troppo costoso, ma la cui leggerezza colpisca le menti.

Se non avesse visto su Internet tra i partecipanti il nome di Max, suo padre putativo, probabilmente avrebbe rinunciato. La scorsa estate ha trascorso due giorni nella regione. Era a Klosters per una serata di pubblicità clandestina quando ha visto sulla mappa che si trovava a due passi da Davos. Non ha resistito.

Nel penitenziario aveva preso l'abitudine di inventare ogni sera una storia di sabotaggio. Le tecniche dovevano essere le più esatte possibili, il resto poteva essere fantasia. Un vecchio anarchico che scontava la sua pena di vent'anni per aver sabotato più volte l'aeroporto di Narita gli aveva trasmesso le ricette. Non pensava che un giorno se ne sarebbe servito.

Sulla carta, Tsutsui era diventato un asso dei timer, un virtuoso delle miscele esplosive, messe assieme con prodotti in vendita libera. Zucchero in polvere, fiammiferi Bengala, diserbanti, polvere pirica, vasetti di yogurt. Una nouvelle cuisine fatta con prodotti del luogo.

In un bella sera d'estate, avrebbe preso la teleferica del Jakobshorn, avrebbe aspettato il calar del sole. Scavare sotto il ripetitore, nascondervi la carica, coprire e ridiscendere in parapendio nella valle. Come un turista giapponese in ritardo a causa delle correnti ascendenti del crepuscolo. Avrebbe solo preparato una guerra del futuro. Ma poi avrebbe dovuto accendere la miccia.

Avendo già dato, la violenza gli ripugnava. I suoi sabotaggi si limitavano a dei fantasmi.

Rimaneva solo questo da fare. La pubblicità clandestina era un mestiere molto impegnativo. Avrebbe potuto mandare qualcun altro. Avrebbe detto: la maggior parte del lavoro preparatorio è fatto, basta avvicinarsi a duecento metri dal ripetitore, pigiare sul comando a distanza e allontanarsi dalla zona di pericolo nel quarto d'ora successivo.

Il piede salterà e la piattaforma cederà. Un'inclinazione di quindici gradi basta a mettere fuori uso i componenti del ripetitore. È dimostrato, questa tecnica è stata utilizzata con successo all'aeroporto di Narita nel 1970, 1975 e 1981. Viva la mondializzazione e il sabotaggio antimondialista.

Ma quando ha saputo che Max vom Pokk era dalla parte sbagliata, Tsutsui non ha voluto perderlo. Ha desiderato vedere a cosa poteva somigliare questo preteso genitore. I rinnegati sono sempre figure appassionanti.

(continua)

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Copyright © 2001 Daniel de Roulet per la versione originale francese

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