Episodio 6.

In cui si viene informati dei metodi del comandante Moritz, capo della sicurezza del Forum.

- Capo, ti ho inviato un mail, clicchi sul nome del documento allegato. Ecco il risultato, l'identità dei manifestanti all'arrivo delle delegazioni.

Il comandante Moritz spinge con un colpo di tallone la poltrona a cinque rotelle per allontanarsi dagli schermi. Con un sorriso complice ringrazia Ruth, la sua assistente, per le ricerche.

Ieri sera undici tipi si sono mostrati particolarmente ben informati. Chiamavano per nome i partecipanti al Forum al di sopra del cordone di polizia. Quei tipi sono i leader informali del movimento. Il comandante Moritz ha dato ordine di identificarli prioritariamente. Ruth ha lavorato bene. Come lei gli suggerisce, lui posiziona il cursore.

Il comandante Moritz parte dal principio che ognuno è sospetto. All'inizio non può sapere chi manifesta contro il Forum e chi partecipa al Forum. Perché tra i partecipanti, alcuni possono avere intenzioni delittuose.

I giornalisti vedono questo in modo troppo semplice. Ci sarebbe il dentro da proteggere e il fuori. Il comandante Moritz dovrebbe solo rendere impenetrabile l'interno per separarlo dall'esterno. Ma i giornalisti sono i primi a voler passare da un campo all'altro.

Su undici manifestanti, sette sono identificati con certezza. Due sono sconosciuti ai servizi di sicurezza e due altri probabilmente non sono identificati. Le sette fotografie con i nomi saranno messe a disposizione dei capi di settore con la menzione di leader informale. Questi sette lavorano come il comandante Moritz, ma per il fine opposto. Per loro, il nemico è il decisore mondiale.

Talvolta si fissano su uno dei decisori, come facevano da bambini con una vedette televisiva. Scavano nella sua carriera, nella sua vita privata, alimentano un sito Internet. Una vera nevrosi. Gli assi della contro-inchiesta non sono i più violenti, ma pericolosi. Essi argomentano.

La lista dei sette. Un Americano sul quale l'FBI ha trasmesso un voluminoso dossier inutilizzabile. Un Greco, inevitabilmente senza dossier, ma presumibilmente molto pericoloso. Tre Svizzeri, dal dossier pulito e chiaro con la valutazione del potenziale sovversivo. Un Francese. E un Giapponese il cui curriculum vitae proviene dall'Interpol di Lione. Condannato per omicidio, rilasciato per buona condotta. Buona condotta? Lo si vedrà alla fine del Forum.

Il comandante Moritz chiama Ruth. A proposito della lista, lei ha lo stesso sentimento. Il solo sospetto che merita attenzione è questo Mirafiori Tsutsui, nato a Nagasaki nel 1970. Occorrerebbe che i Giapponesi inviino direttamente il suo dossier, ma trascritto in una lingua civile, per esempio l'inglese.

Nella sala controllo, venti persone fanno il turno di notte. Quasi la metà sono donne. Il comandante Moritz deve poter contare su ognuno e ognuna, essere sicuro che nessun membro della squadra possa sottrarsi alla vera missione, il controllo dei flussi.

Tutti i posti di lavoro sono equipaggiati allo stesso modo. Quattro schermi, una tastiera, un centralino telefonico, un microfono miniaturizzato. Tutto deve essere annotato. Le conversazioni sono registrate anche all'interno, ogni operazione informatica custodita, la minima manipolazione di immagine archiviata. Il comandante Moritz sorveglia molto gli altri perché è d'accordo di sorvegliare se stesso.

Il suo vantaggio sugli ospiti del Belvedere, del Fluela o de La Montagna Incantata, è di essere incorruttibile. Avrebbe potuto decidersi per gli affari, per diventare molto ricco, ha preferito la morale.

Quelle persone che si pretendono importanti per il solo potere del loro denaro tentano sempre di fargli dei regali. Una vacanza di qui, una pelliccia per sua moglie di là. Dice no e no. Vuole che si sia giusti, vuole che il suo paese sia un modello di democrazia, non una repubblica delle banane. Non come la Francia, la Germania o l'Italia.

Dal comandante Moritz nessuno si è mai fatto levare una multa. Chi lo facesse, si farebbe levare di mezzo anche lui.

(continua)