Edizioni La Baronata


Episodio 11.

In cui si pone la questione di un eventuale rapporto tra due personaggi che tutto divide.

di Daniel de Roulet
Episodio 1.

Frénésie risponde a Max:

- La certezza che tu eri diverso dagli altri. Che in nessun caso facevi parte del gregge. Io ci guadagno a conoscerti. Capita qualcosa tra me e te. Io, una Nera mai veramente al suo posto. E tu, con l'aria di solo concederti al mondo.

Lei parla vicino all'orecchio di Max, può vedere tutti i suoi difetti, tutte le rughe che osservava poco prima nello specchio. Persino la più brutta di tutte, quella che scende dagli occhi fino alla bocca. Lei vede quella bruttura, ma continua a sorridere.

Poi si appoggia sui gomiti e i suoi riccioli scuri imprigionano il viso di Max. Distingue solo il bianco dei suoi occhi, mentre si ricorda della millanteria di colui che diceva: «Morirò come ho amato, con gli occhi aperti.» E li chiude.

Frénésie non sembra avere fretta di fare all'amore. Discute ancora:

- E del Giapponese tanto arrabbiato con te, cosa ne dici?

Max pensa che si tratti di un geloso. Il Giapponese si stupisce di vedere Max dentro, all'interno del perimetro, mentre proclama il suo attaccamento alle idee del 68. Max non è un rinnegato, almeno se si considera la fedeltà a se stesso. Ma il Giapponese deve immaginarsi che Max sia un bastardo. Bisognerà dimostrargli il contrario.

- Con i tuoi discorsi? Grazie alla relazione che terrai domani? Credi che possa bastare?

Adesso Max sta per arrabbiarsi. Si trova a letto con una New-Yorkina di cui tutto dimostra che approfitta di questo Forum. Ha persino organizzato un ricevimento per manifestare il suo interesse. E proprio da lei vengono i rimproveri? Forse l'ultimo letto che ha frequentato, quattro anni e mezzo fa, era quello dell'altra generazione.

- Oh, no, Max, non ti faccio nessun rimprovero. Vuoi sapere la storia del mio ultimo uomo? Molto sciocca, mio padrone. Ha detto che mi avrebbe sposato, ma era già impegnato. Più classico di così si muore. Una storia glauca, con un figlio per sovrappiù. Ma quello che più mi fa arrabbiare, è di essere ritornata nel letto del padre dopo il parto. Quando tutto avrebbe dovuto essere finito. Puoi capirlo questo? Avrei dovuto rompere, avere il coraggio. Ma avevo anche un problema finanziario. No, non mi manteneva, ma lavoravo ancora per lui. Avvocato d'affari. E io venivo da lontano. A vent'anni rubavo nei negozi. In prigione ho studiato. Appena uscita, ho ottenuto la mia patente d'avvocato. Mi sono ripromessa di mai indietreggiare. Nemmeno per superare meglio un ostacolo. Ma non aver paura, non mi attaccherò a te.

Max non ci aveva nemmeno pensato. La bacia e le chiede se desidera che lui le tolga la sua ultima parure. Siccome acconsente, le toglie l'orologio e lo appoggia sul comodino accanto al suo telefonino.

(continua)

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Copyright © 2001 Daniel de Roulet per la versione originale francese

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