Episodio 30.

In cui si segue in dettaglio il ragionamento del comandante Moritz.

Al comandante Moritz è capitato di votare con i socialdemocratici, ma finalmente ha raggiunto il partito egemonico, che da centocinquantaquattro anni è al potere. Nessun paese è riuscito a far durare così a lungo il suo dominio senza la minima interruzione.

Tra gli Svizzeri, il personale politico non cambia mai. Rimane neutro. Altrove, per fare affari con i Nazisti poi con gli Alleati, hanno dovuto cambiare i contatti. Qui un pro-nazista convinto è diventato direttore della banca nazionale dopo la seconda guerra mandiale, era il seguito logico della sua carriera. Un altro organizza i massacri dell'apartheid, poi riceve Mandela.

Nessun paese al mondo ha mantenuto le strutture del potere senza restaurare ogni tanto la facciata delle sue istituzioni. Persino in Messico il regno del partito dominante non è così vecchio.

Dopo aver scoperto che un adulto su quattro in Svizzera possedeva un incarto di polizia, lo stesso comandante Moritz è stato incaricato di calmare le acque. Ha perciò diretto la commissione d'inchiesta, ha penetrato in questa occasione qualche segreto di Stato. Da allora è naturale che sia stato incaricato di mettere in piedi la nuova forma di incarto di polizia interamente informatizzata.

Lui sa come lavora una commissione parlamentare. La sua sola fonte di informazione è quella che gli accusati intendono mettere a disposizione. Basta mescolare prima le carte che si hanno in mano.

Il sistema di sorveglianza a partire dai piloni della sciovia è fatto in modo che si possa visionare un solo schermo alla volta. Una telecamera dopo l'altra. Per il momento il comandante Moritz utilizza le immagini che provengono dalle due telecamere in cima alla pista. Un'immagine fissa ogni venti minuti.

Sulla penultima, dieci minuti fa il Giapponese stava ancora salendo. Quanto all'innesco delle valanghe, il comandante Moritz si è assicurato che possa essere fatto da un solo punto: la sala di controllo. Una volta eseguito, ammettendo che si debba giungere fino a tanto, ridarà il controllo all'Istituto. Loro vedranno solo fuoco e polvere di neve.

Esistono dei casi in cui la difesa dell'ordine democratico passa attraverso una sospensione provvisoria. Nella sua coscienza, il comandante Moritz sa che l'eventuale soppressione del Giapponese è ora preparata nei minimi dettagli. Se l'avesse di fronte, il comandante Moritz non esiterebbe a farglielo sapere.

Signor Tsutsui, avete deciso di impegnarvi nella propaganda del fatto. Volete privare i miei concittadini delle loro conversazioni. Volete documentare la fragilità del potere, mettere in causa la mondializzazione. Nonostante veniate dall'altro capo del mondo. Cosa sapete delle nostre montagne? Chi vi permette di sporcarle? Siate certo che sapranno difendersi. E se fosse necessario, io, comandante Moritz, parlerà per loro.

Ruth sembra non comprendere il sorriso maligno che mostra il comandante Moritz mentre passa da uno schermo all'altro. Dice quasi sussurrando:

- Volevo dirti, capo, anch'io ci ho riflettuto. Non vedo cosa altro si possa fare. Ma tuttavia... Non credi? Si dovrebbe mettere in conto, non so, per esempio...

Il comandante Moritz mette in dito sulla bocca, le fa capire che la miglior difesa è questa. La ventina di altre persone che lavorano con loro nella stessa sala di controllo non dubitano di niente. Tutte sono assorbite dal loro compito di sorveglianza ben inquadrato, con le procedure simulate numerose volte.

Ma contro l'imprevisto, bisogna saper inventare, poi assumere. Ognuno bruca nel suo schermo, rumina i suoi dati, invia delle mail al suo vicino. Alcuni di loro magari stanno giocando: un solitario o altro. Tutto è previsto dal sistema.

(continua)