SERRA Tomaso (detto il Barba, Juan Fernandez, Pinna Joseph, Tomy Casella...)
carpentiere, cementatore, manovale
charpentier, cimentier, manœuvre
Lanusei (NU) 23.03.1900 – Barrali 8.10.1985.
Emigra a 16 anni nel Nord Italia nella costruzione di dighe e acquedotti, poi nel 1918 in Francia nella ricostruzione della rete ferroviaria, in miniera, ecc.
Espulso per attività sovversive e antifasciste da numerosi paesi: Francia, Belgio, Lussemburgo, entra in Svizzera nel 1919 o 1920 (vedi lettera a Giuseppe Peretti* del 25.01.1963): "44-43 anni orsono per la prima volta in Svizzera a Binningen, attaccato a Basilea, ignoravo l'anarchia e gli anarchici, ma con gli amici, compagni di lavoro, si parlava, sorgeva il fascismo. Fui invitato a far parte di una filodrammatica, e parlando con colui che era l'organizzatore e direttore, nonché il comico, sovente mi diceva, asseriva che io fossi anarchico, e francamente rispondevo che ignoravo completamente quanto lui riscontrava in me. ' Ebbene allora risulta che sei anarchico senza saperlo. In ogni modo la prima volta che arriverà Luigi Bertoni a tener conferenza qui, ti presenterò, gli spiegherò'. E così fu, feci la conoscenza di Bertoni, presi opuscoli, mi abbonai al Risveglio e così via ...".
Più tardi si reca in Francia, dove lavora nelle miniere e negli altiforni a Longwy dal 1923 al 1925. Secondo la polizia francese si faceva chiamare Juan Fernandez y Salas e venne espulso il 19.7.1927 (Dal 1927 risulta schedato nel Casell.politico centrale di Roma). Arrestato nel febbraio 1928 in Lussemburgo e condannato a 1 mese di carcere per falsità in passaporto, poi lavora in Belgio, alla costruzione di una diga, poi espulso dalla Germania, dalla Francia ancora venne condannato nel 1930 a 2 mesi di prigione dal Tribunale della Senna per infrazione al bando.
Dal 1931 è nuovamente in Svizzera [lettera a G. Bottinelli], come clandestino, prima a Basilea (aiutato da Ferdinando Balboni*), dove viene arrestato il 4 febbraio ed espulso dal Cantone, poi a Zurigo dove conosce Bulzamini*e la sua compagna, nonché altri compagni quali Guido Rusconi*, Spotti*, Scaltri*, Bedoni*, Luigi Frigerio*.
Nel 1933 secondo le spie fasciste pare abbia partecipato a Bellinzona in casa di "una certa vedova Bonaria" [si tratta di Antonietta Griffith] a una riunione di anarchici, accanto a Edoardo Castelli, Luigi Bertoni e Carlo Frigerio.
Dal 1934 al 1936 si nasconde a Ginevra, ospite del Foyer des réfugés politiques antifascistes, fondato da Svizzeri (tra cui l'ex consigliere di stato socialista André Oltramare*, presidente dell'Associazione amici della Spagna) con la collaborazione di numerosi antifascisti italiani. "La compagna Fosca Corsinovi* era la responsabile della cucina (aveva con sé una figlia) e il suo compagno era Ciccio Barbieri* ". Conosce Randolfo Vella* a Ginevra (il quale parteciperà alla rivoluzione spagnola al combattimento di Almudevar 19-23 novembre 1936). Frequenta il gruppo del Réveil/Risveglio e sovente si reca da Bertoni, e quando questi termina la composizione delle pagine del Risveglio, li porta alla tipografia, consegna i giornali stampati a Bertoni e con l'aiuto di altri giovani compagni come Auguste Cornu* e il “più piccolo” dei Tronchet [probabilmente si tratta di Pierre* ?], piega il giornale per la spedizione.
Ai primi del 1936 gli viene comunicato l’espulsione dalla Svizzera, e André Oltramare lo aiuta accompagnandolo con l'auto alla colonia dei bambini degli antifascisti a S. Cergues, in Francia. Sempre il socialista André Oltramare lo aiuta a recarsi in Spagna come miliziano dove, dopo un abbraccio ai compagni a Ginevra, arriva il 25.8.1936 a Barcellona, proveniente da Perpignano: " ... il rosso e il nero in tutti i mezzi di trasporto, taxi, tram... sparirono dalla circolazione i preti, i frati e le monache, le chiese trasformate e utilizzate a secondo i casi urgenti e utili...”.
Qualche settimana di addestramento alla caserma Predalbes poi a Huesca, associato alla batteria sita a sud-est del cimitero di Huesca, comandata da Libero Battistelli.
Corrisponde con Bertoni e pubblica diverse notizie sul Risveglio. Auguste Cornu* con Oltramare lo rivedono in settembre, in una loro visita in Spagna con una autoambulanza, dono della Croce rossa internazionale, e anche Bertoni in una sua breve visita al fronte nell'ottobre 1936, dove Serra sta combattendo nella batteria Michele Schirru.
Il 19 luglio 1937 Serra, Renato Bruni e Masi vengono arrestati dai ”bolscevichi catalani” nella piazza Atazanas “ove cadde il caloroso F. Ascaso”... “Eravamo dei desaparessidos, nei sotterranei della loro centrale, stipati come maiali... Il solo fatto di essersi dichiarati anarchici era sufficiente per essere assassinati...". Oltramare inizia subito le ricerche presso le autorità catalane, rivolgendosi persino al Ministro dell’interno e della giustizia, designando Tomaso come membro della Croce rossa internazionale. Serra riesce così ad essere trasferito al carcere Modelo, dove rivede lo svizzero Albert Minnig*.
Infine scarcerato è consegnato alle autorità francesi, imprigionato ad Arlon ed espulso l'8 ottobre 1937 alla frontiera del Belgio. Qui, da Bruxelles, il 12.12.1938 viene ricondotto verso la Francia, arrestato a Lille e rilasciato il 9 giugno 1939. Poi nuovamente arrestato e deportato nel campo di prigionia di Vernet, dove rimane fino a novembre 1940. Qui, il 30 settembre aveva scritto al Risveglio: "Gli staliniani del Campo, d'accordo con la politica imperialista russa, si rallegrano della fine delle democrazie per far posto alle autocrazie. Idioti e nefandi!".
Estradato in Italia dal campo di Mende il 30.12.1941, viene imprigionato a Nuoro, poi confinato a Ventotene per 5 anni. Nel frattempo incarcerato nel campo di concentramento di Renicci, liberato nel 1943, immediatamente si reca a Roma partecipando al gruppo Giustizia e Libertà di Emilio Lusso, in particolare ad opere di sabotaggio e guerriglia contro il fascismo e il nazismo.
Ai primi del 1945 rientra in Sardegna, risiede a Gairo (Nuoro) con i fratelli Puddu, dove riprende l’attività anarchica, poi a Barrali promuove dal 1962 una comunità libertaria "Collettività anarchica di Solidarietà", in seno alla quale nascerà - dopo un passaggio a Ginevra in visita ai famigliari di Oltramare e al CIRA nel 1978 - l' "Arkiviu-bibrioteca de kurtura populari", che alla sua morte assumerà la denominazione di "S'arkiviu-bibrioteca T. Serra".
Partecipa ai Congressi della Federazione anarchica, per es. nel 1978 a Carrara.
Né à Lanusei (Sardaigne) le 23 mars 1900, mort à Barrali (Sardaigne le 8 octobre 1985.
C’est avant l’âge de 17 ans que Tomaso Serra avait dû quitter la Sardaigne en quête de travail. Il travailla d’abord sur des chantiers de construction de digues et d’aqueducs dans le nord de l’Italie puis émigra en Suisse. À Binningen/Bâle. il entendit une conférence de Luigi Bertoni* et se mit à lire le Risveglio et des brochures anarchistes.
Il passa ensuite en en France où il travailla d’abord dans des cantines de chantiers ferroviaires, puis dans les mines et les hauts fourneaux de Longwy de 1923 à 1925. Selon la police française il se faisait appeler Juan Fernandez y Salas et fut expulsé le 19 juillet 1927. Il passa en Belgique puis au Luxembourg, dont il fut aussi expulsé. Objet de recherche, il fut condamné le 6 novembre 1930 à deux mois de prison par le Tribunal de la Seine pour « infraction à l’arrêté d’expulsion ».
Il retourna clandestinement en Suisse, à Bâle, Zurich et Bellinzone. De 1934 à 1936 il était à Genève, résidant à la « Cuisine des exilés » fondée par le socialiste André Oltramare, et fréquentait Bertoni et le groupe du Réveil anarchiste.
En même temps que d’autres compagnons italiens, Francesco Barbieri, Fosca Corsinova, Lorenzo Giuia, il partit pour l’Espagne en août 1936 pour combattre sur le front de Huesca, puis dans la batterie Michele Schirru. Il participa aux combats en particulier à l’offensive sur Almudévar en avril 1937. Arrêté par les staliniens en juillet 1937, il fut libéré grâce à l’intervention d’André Oltramare qui le fit passer pour « membre de la Croix rouge internationale ». De retour en France il y fut arrêté à Perpignan et emprisonné pendant six mois. Expulsé vers la Belgique, il fut emprisonné à Arlon, reconduit en France où il se fit immédiatement arrêter.
Interné au camp du Vernet au début de la guerre, il y resta jusqu’en novembre 1940 avant d’être transféré au camp de Mende, d’où il fut extradé en Italie le 30 décembre 1941. Emprisonné à Nuoro, il fut envoyé pour cinq ans au confinat de Ventotene. Après la chute de Mussolini, il fut transféré au camp de concentration de Renici d’Anghiari d’où il s’évada le 8 septembre 1943. Il partit alors pour Rome et s’intégrait à la résistance dans le bataillon Giustizia e Liberta d’Emilio Lussu.
A la libération il retourna en Sardaigne et s’installa à Barrali. En 1962 il y fondait la Collettivita Anarchica di Solidarieta (CAS), une collectivité agricole destinée aux compagnons âgés. En 1978, il fit un voyage en Suisse pour saluer la famille Oltramare et visiter le CIRA, alors à Genève ; c’est de là que naquit le projet d’"Arkiviu-bibrioteca de kurtura populari",
Tomaso Serra, qui avait participé à de nombreux congrès anarchistes, est mort à Barrali le 8 octobre 1985. A sa mort la Collectivité et la bibliothèque prirent son nom.
FONTI: GB / ME / Lettere di Serra a G.Bottinelli 31.10.1984 - 4.11.1984 - Circolo C. Vanza Bellinzona / lettera a Giuseppe Peretti 25.1.1963 - CCV Locarno / Risv. ottobre 1940, lettera del 30 settembre / lettera a Luigi Bertoni dalla prigione di Arlon, 20.10.1937 - CIRA Losanna / DBAI / DIMA / Anarchopedia / Risveglio 21.6.1939 / Risveglio No 119, agosto 1945 suo cenno che segnala la sua presenza da 8 mesi in Sardegna con i fratelli Puddu ed altri compagni / Risv. 26.12.1936 lettera dalla Spagna da poco nella nuova batteria Michele Shirru / Costantino Cavalleri, "L'anarchico di Barrali", Edizioni Arkiviu bibrioteka 'T. Serra', Guasila (Sardegna) 2016 /
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