PINDY Jean-Louis (o PENDY)
Falegname, carpentiere, fonditore di metalli, saggiatore-giurato in metalli
Menusier, charpentier, fondeur, essayeur d'or et d'argent
Brest (Finistère - Francia) 3.6.1840 da Louis Marie Pendy o Pindy – La Chaux-de-Fonds NE 24.6.1917.
Sposato con Marie-Yvonne Abraham nel 1861. La sua seconda compagna dell'esilio, Aspasie Bailly, muore il 31.3.1926 (una figlia Louise, sposata Ganière nel 1905)
Così lo ricorda Kropotkin: "... un falegname del nord della Francia, ma figlio adottivo della capitale. Si era fatto molto notare a Parigi per la sua energia e la sua intelligenza vivace durante uno sciopero appoggiato dall'Internazionale, ed era stato eletto membro della Comune, che lo nominò comandante del Palazzo delle Tuileries. Quando i Versagliesi entrarono a Parigi, fucilando a centinaia i prigionieri, non meno di tre persone furono fucilate in diversi punti della città per essere state scambiate per Pindy. Finita la battaglia, invece, fu nascosto da una ragazza coraggiosa, una cucitrice in bianco, che lo salvò grazie alla sua calma quando la casa fu perquisita dalla polizia: quella ragazza diventò poi sua moglie. Solo dopo 12 mesi riuscirono a lasciare Parigi di nascosto e a venire in Svizzera. Qui Pindy imparò l'arte del saggiatore di metalli, in cui divenne abilissimo, e passava le giornate vicino alla sua stufa infocata, dedicandosi poi di notte con passione la lavoro di propaganda, che svolgeva unendo mirabilmente l'ardore del rivoluzionario al buon senso e alle capacità organizzative dell'operaio parigino".
Fonda a Brest una sezione internazionalista nel 1867 e nello stesso anno si reca a Parigi, dove rappresenta con altri compagni i lavoratori edili della Camera sindacale degli operai falegnami di Parigi al IV congresso dell’Internazionale dal 6 al 12.9.1869: conosce Bakunin, Guillaume, Schwitzguébel. Nel 1870 è arrestato a Parigi, condannato per provocazione a commettere un delitto e porto d'armi a 1 anno di detenzione, poi su ricorso condannato per 6 mesi. Condannato nuovamente nel luglio 1870. Nel settembre 1870 entra nelle Guardie nazionali per difendere la Repubblica, e più tardi alla Comune di Parigi è eletto nel Consiglio generale. Nell'aprile 1871 è nominato Governatore dell’Hôtel de Ville con il grado di colonnello.
Dopo aver dato l'ordine di dar fuoco all’Hotel de Ville il 24.5.1871, riesce a nascondersi per 10 mesi mesi, poi denunciato, raggiunta Mulhouse si rifugia a Losanna VD a fine marzo 1872 (accompagnato da Marie Bailly) mediante un passaporto falso ricevuto dai giurassiani. È condannato in contumacia in Francia il 9.1.1873 alla pena di morte.
Partecipa come delegato della Sezione di Losanna al Congresso annuale della Federazione del Giura a Le Locle /NE del 19.5.1872. Delegato della sezione francese, dove rappresenta le sezioni di Mulhouse e di Porrentruy /JU, al congresso di St.-Imier /BE del 16 settembre 1872, che ratifica la scissione dell’Internazionale.
Non trovando lavoro a Losanna è accolto come avventizio nell'officina cooperativa degli incisori e bulinisti di orologi a Le Locle /NE, dove impara il mestiere di fonditore di metalli d'oro e argento e di saggiatore; nel 1873 ne diventa membro regolare; poi a La Chaux-de-Fonds /NE dal 1874 dove viene trasferita questa cooperativa (Coopérative de production).
Delegato con Perrare e Montels di sezioni francesi al IV Congresso generale dell'internazionale a Ginevra del 1-6.9.1873. Nel novembre o dicembre 1873 si reca a Locarno per incontrare Cafiero per sottoporgli il progetto sul finanziamento di una nuova officina cooperativa. Tutto sembra sulla buona via..., ma nel gennaio 1874 Cafiero cambia idea e non ritiene importante tale iniziativa. L'officina viene comunque trasferita nel 1874 ma si trova in grandi difficoltà. Disoccupato diventa stuccatore e, al congresso internazionale del 1874 a Bruxelles, risulta membro dell’Ufficio federale dell’AIL antiautoritaria, e nell'ottobre 1874 a Le Locle segretario è corrispondente dello stesso. Delegato con Brousse delle Sezioni di Francia all'Ottavo Congresso dell'Internazionale a Berna 26-29.10.1876. Nel 1876 ottiene il diploma federale di saggiatore (in metalli)-giurato.
Partecipa alla commemorazione della Comune, manifestando a Berna il 18.3.1877 (anniversario della Comune) con scontri con la polizia, ma fortunatamente non viene denunciato (30 gli accusati). Delegato dalle sezioni d'Alsazia (Mulhouse) al Congresso della FG a St.-Imier 4-6.8.1877. Membro della Commissione amministrativa al Congresso della Federazione francese - 12 sezioni - del 19-20.8.1877 a La Chaux-de-Fonds (con Brousse, Alerini, Dumartheray, Montels). Con Brousse collabora a L’Avant-Garde di La Chaux-de-Fonds di cui è amministratore a Berna poi a La Chaux-de-Fonds, i cui maggiori collaboratori sono Kropotkin e Brousse. Il giornale è soppresso nel 1878.
Partecipa al Convegno internazionale di Londra nel 1881. Dopo la fine della FG diventa militante del Libero pensiero (attivo nella Libre pensée internationale), collaborando alla fondazione del LP a La Chaux-de-Fonds e a Le Franc Parleur, organo del libero pensiero neocastellano e del Giura bernese.
In stretto contatto con la nuova generazione di anarchici in Svizzera, tra cui Bertoni (lo visita in prigione nel 1902), collabora saltuariamente a La Voix du Peuple di Losanna /VD e a Le Réveil socialiste anarchiste di Ginevra.
Oltre a comporre poemi atei per gli amici, fonda il Cercle français a La Chaux-de-Fonds e la Société neuchâteloise de crémation e degli “Amis du Theâtre”, di cui è vice presidente.
Nel 1912 la polizia lo segnala nuovamente come anarchico residente a La Chaux e sempre pericoloso..
Nel primo conflitto mondiale sostiene l’Union sacrée (tra l'altro, suo nipote è impegnato volontario nell'esercito francese); il 10 ottobre 1916 scrive a Jean Grave: "Per me non vi sono dubbi: occorreva prendere partito contro la minaccia di invasione del dominio tedesco militarizzato e conquistatore senza vergogna. Forse il mio passato mi invogliava in questa opinione, ma non si tratta solo del desiderio di vendetta per la nostra disfatta del 1870: mi sono reso conto del pericolo che correva l'umanità se l'egemonia della Geramnia arrivasse ad imporsi".
["Pour moi, il n'y a aucun doute: il fallait prendre parti contre la menace d'envahissement de la domination allemande militarisée et conquérante sans vergogne. Peut-être mon passé m'incitait-il à avoir cette opinion, mais ce n'est pas le désir de venger notre défaite de 1870 qui me l'a seul inspirée: je me suis rendu compte du danger que courait l'humanité si l'hégémonie de l'Allemagne arrivait à s'imposer"].
Né à Brest (Finistère) le 3 juin 1840, mort le 24 juin 1917 à La Chaux-de-Fonds NE (Suisse) ;
Menuisier; membre de la Commune ; membre de l’Internationale.
En 1867, Jean-Louis Pindy fonda avec Constant Le Doré la section brestoise de l’Internationale. La même année, il partit pour Paris ; il continua à correspondre avec Le Doré en langage chiffré, ce qui fut évoqué au cours du troisième procès contre l’Internationale en 1870.
En septembre 1868, Pindy assista au 3e congrès de l’Internationale tenu à Bruxelles, et, l’année suivante, au 4e congrès tenu à Bâle où il représentait la Chambre syndicale des ouvriers menuisiers de Paris. Il fit partie de la commission chargée d’étudier la question des sociétés de résistance et en présenta le rapport. Il envisageait la constitution de fédérations de corps de métier, « chargées de réunir tous les renseignements intéressant leur industrie respective, de diriger les mesures à prendre en commun, de régulariser les grèves, et de travailler activement à leur réussite, en attendant que le salariat soit remplacé par la fédération des producteurs libres ».
Le 8 juillet 1870, dans le cadre du troisième procès dirigé contre l’AIT, Pindy fut condamné, pour avoir fait partie d’une société secrète, à un an de prison, 100 F d’amende — le cas échéant, à quatre mois de contrainte par corps — et un an de privation des droits civiques. Il sortit de prison le 4 septembre.
Avec le Comité central républicain des vingt arrondissements auquel il appartenait, il présenta, le 15 septembre, les mesures d’urgence que le gouvernement de la Défense nationale aurait dû se hâter « de transformer en décrets pour le salut de la patrie et de la République ». Ces mesures intéressaient la sécurité publique, les subsistances et les logements, la défense de Paris et des départements.
En cette même qualité, il fut un des signataires de l’Affiche rouge du 6 janvier 1871, proclamation au peuple de Paris pour dénoncer « la trahison » du gouvernement du 4 septembre et pour mettre en avant trois mots d’ordre : Réquisition générale, rationnement gratuit, attaque en masse. Elle se terminait par ces mots : « Place au peuple ! Place à la Commune ! » Le 8 février, il fut au nombre des 43 socialistes révolutionnaires présentés aux élections par l’Internationale, la Chambre fédérale des sociétés ouvrières et la délégation des vingt arrondissements de Paris.
Il participait activement aux travaux du conseil fédéral de l’Internationale ; il fit partie de la commission de rédaction de la Lutte à outrance qui venait de fusionner avec la République des Travailleurs. Il fut également désigné pour faire partie de la commission chargée d’élaborer les nouveaux statuts du conseil fédéral.
Le 18 mars 1871, il fut de ceux qui occupèrent l’Hôtel de Ville. Élu le 26 mars membre de la Commune de Paris, il succéda à Assi comme gouverneur de l’Hôtel de Ville avec grade de colonel. Le 15 mai, il signa la déclaration de la minorité : « La Commune de Paris a abdiqué son pouvoir entre les mains d’une dictature à laquelle elle a donné le nom de Salut public. »
Quand la Commune fut sur le point de succomber, Pindy fit mettre le feu à l’Hôtel de Ville, puis se rendit à la mairie du XIe arr. où il passa la nuit du 25 mai. Il se rendit ensuite dans sa chambre, rue des Panoyaux, pour y cacher des documents. Il raconte qu’il fut sauvé par les deux nièces de la propriétaire qui lui coupèrent moustache et cheveux. Caché dix mois rue Saint-Maur « où le faisait vivre une petite entreprise de bijouterie », il fut dénoncé et dut fuir fin mars ou début avril 1872, et put gagner la Suisse. Dès son arrivée à Lausanne, il adhéra à la section internationale récemment réorganisée par les proscrits français. Une des deux nièces, Marie Bailly, enceinte, le rejoignit et accoucha le 25 juin 1872.
Par contumace, le 4e conseil de guerre condamna Pindy, le 9 janvier 1873, à la peine de mort.
À Lausanne, Pindy gagnait malaisément sa vie. Aussi J. Guillaume lui proposa-t-il de s’établir au Locle et de travailler à la coopérative créée en 1869 à la suite d’une grève de graveurs et de guillocheurs. Pindy s’installa donc dans les Montagnes neuchâteloises. En raison du manque de travail, il devint gypsier et suivit un cours pour la formation des essayeurs d’or et d’argent. Le 30 mai 1876, il obtenait le brevet cantonal d’essayeur-juré. Il entra à la maison W. Brandt et y resta quarante ans.
Il milita au sein de la Fédération jurassienne et de l’Internationale bakouninienne. Il représentait plusieurs sections françaises au Congrès international de Saint-Imier de septembre 1872. En mai 1873, il devint secrétaire-correspondant du comité fédéral jurassien. Il participa aux congrès de l’Internationale anti-autoritaire de 1873 à 1877. Enfin, après avoir, le 18 mars 1877, participé à la manifestation commémorative qui se déroula, à Berne, derrière le drapeau rouge et causa un certain émoi, Pindy fonda avec Paul Brousse et Dumartheray, la Fédération française de l’AIT, dont L’Avant-Garde fut l’organe. Il en fut le secrétaire-correspondant pour l’extérieur et, en cette qualité, était le seul à communiquer avec les adhérents vivant en France. Il fut aussi délégué au congrès anarchiste de Londres en 1881.
Pindy eut trois filles et un fils. Il collabora à la fondation de la Libre Pensée à la Chaux-de-Fonds, au Réveil anarchiste de Genève et à la Voix du Peuple de Lausanne.
En 1914, il prit parti pour l’Union sacrée et se consacra aux œuvres de secours aux familles des mobilisés.
En 1906, Lucien Descaves rencontra Pindy à La Chaux-de-Fonds : « Petit, râblé, vigoureux, soigneux de sa personne et narguant la vieillesse comme il avait nargué l’Empire, les dangers, l’adversité, la mort […]. On était toujours sûr de le trouver sur la brèche pour agir, sur la branche pour chanter. Il nasillait même un peu en chantant, comme un Breton qui aurait avalé son biniou. » (Philémon…, p. 282).
FONTI: GB / ME // Guillaume / Le Rév. 7.7.1917 e 21.7.1917 con discorso di Otto Karmin / Umanità Nova, Ugo Fedeli, 2.9.1951 / Maitron, "Le mouvement anarchiste en France" / Kropotkin, "Memorie di un rivoluzionario" / DBMOF / DIMA / L'Impartial 25.6.1917 / Verzeichnis von Anarchisten ... agosto 1912, E/2114565 - info di W. Portmann / Lista anarchici residenti a la Chaux, 1907 /
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