Cantiere biografico
degli Anarchici IN Svizzera








ultimo aggiornamento: 25/04/2024 - 11:34

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NAPOLITANO Antonino (Nino, Nino dal Vespro, Nino D'Alcamo, Libero Liberi, Alastor, L'Esule)

Esercente, pittore decoratore



Risultato immagini per napolitano antonino

Palermo 20.06.1893 da Antonino e Antico Antonina - Palermo 17.11.1958.

Dopo una giovanile militanza nel PSI, nel primo dopoguerra conosce Schicchi che lo conquista all'anarchismo. Sin dal 1919 i due collaborano alla pubblicazione di alcuni numeri unici, che costituirono la premessa alla nascita del periodico antiorganizzatore Il Vespro anarchico (1921). A fine 1923 comunica di voler ripubblicare Il Vespro libertario (Risv. 8.12.1923). Nel 1926 espatria in Francia e assume l'incarico di segretario del giornale Il Monito di Parigi pubblicato da Schiavina.


Espulso dalla Francia, è segnalato a Ginevra GE dalla polizia fascista nell'ottobre 1927 come domiciliato ed esercitante il mestiere di pittore-decoratore. Nel novembre 1928 con con la sua compagna Celestina Carpentieri* (nata a Roma il 5.12.1890) è espulso, sia pure con una proproga di 2 mesi. Insieme alla sua compagna inizia una fase che potremmo definire di clandestinità nell'esilio: si recano a Bellinzona TI, presso Giuseppe e Antonietta Bonaria sotto falso nome: infatti risulta con la sua compagna "Celeste" nel dicembre 1928 (probabilmente per diversi mesi - vedi anche i ricordi di Luce Fabbri in Adunata dei refrattari - vedi Peretti), potendo poi contare in Ginevra sull'aiuto di due personaggi di rilievo: Bertoni e Giuseppe Chiostergi, quest'ulitmo esponente di spicco del Partito repubblicano italiano in esilio, dignitario della loggia massonica Fidélité et prudence di Ginevra e soprattutto instancabile animatore della sezione del Cantone di Ginevra della LIDU (Lega italiana dei diritti dell'uomo). Chiostergi, al pari di Bertoni, lo aiuta a trovare lavoro, procura di alloggiarlo in maniera che la sua presenza non dia all'occhio alla polizia elvetica, mentre sua moglie Elena (?), per come appurato dal Consolato generale d'Italia a Ginevra, funge da referente per il recapito della corrispodenza che perviene a N. da vari paesi d'Europa e dagli USA. A partire dal 1931, la polizia fascista incomincia a sospettare che, oltre ad essere "amico di Chiostergi e di Bertoni", "gode benevolenza nella setta segreta Giustizia e libertà", cui in una cui riunione tenutasi a Ginevra nella primavera 1931, avrebbe partecipato. In realtà la sua militanza continua nel solco dell'appartenenza libertaria.
A metà del 1932 è in Tunisia per pochi mesi (il Risv. 23.7.1932 comunica che è stato espulso), e dopo un breve soggiorno a Marsiglia, svanita la possibilità di imbarcarsi per gli USA a causa delle rigorose norme sull'emigrazione, rientra clandestinamente in Svizzera dove, sia pure con brevi puntate in Savoia (qui, o a Ginevra incontra Lorenzo Giua prima della partenza di questi per la Spagna - Vedi Giua*) e in altre regioni limitrofe della Francia (A metà degli anni Trenta a Saint-Cergues trovò rifugio anche l‟anarchico e sospetto attentatore Antonino Napolitano, che per far perdere le proprie tracce assunse il cognome della convivente, Celeste Carpentieri), rimarrà per tutta la seconda metà degli anni Trenta, aiutato da Bertoni che gli corrisponde un modesto stipendio di collaboratore del Risveglio, (si firma a volte "Libero Liberi"). Ospitato da Chiostergi in case lontane dai grandi centri abitati, in maniera tale da far perdere le tracce agli informatori della polizia fascista, che lo sospetta ora sul punto di entrare clandestinamente in Italia per attuare attentati, ora combattente in Spagna con le milizie rosse catalane... In effetti, risiede in una località di campagna alla periferia di Ginevra, da dove nel dicembre 1936 scrive al fratello Francesco una letttera priva di riferimenti politici, ma ricca di particolari in ordine ai crescenti disagi dell'esilio tra malanni fisici e difficoltà di trovare un'occupazione idonea a procurarsi gli indispensabili mezzi di sostentamento. Chiede un aiuto finanziario a Vanza di frs. 100.-, lett. senza data.
"Finita la guerra (secondo Fedeli) rientra in Italia dalla Svizzera, dopo un ventennio di forzato girovagare, ammalato, rinsecchito dagli stenti, ma sempre pieno di volontà di fare".
Si stabilisce a Palermo. Continua a collaborare a L'Adunata dei refrattari sin quasi alla vigilia di morte.


Selon les renseignements reçus du Ministère public fédéral, il serait un anarchiste dangereux qui aurait pour mission de se rendre en Italie afin d'y accomplir des attentats (police judiciare Genève)


FONTI:

GB // DBAI / Luce Fabbri, "Luigi Fabbri..."/ Luce Fabbri, Adunata dei refrattari / Lettera a Vanza /  Risv. 23.7.1932 / Police judiciare, Genève, 1927-1940 /  lettera da Palermo, fine novembre al Risveglio dicembre 1945, No 126 /Fabio Montella in "Formare un'altra Italia...", Rivista Formazione lavoro persona / numerosi art. nel Risveglio anni Venti e Trenta /




CRONOLOGIA: