GUNSCHER Rodolfo (ps Bixio SORBI - Jean HERLAY)
Operaio meccanico, aiuto cucina, operaio
Trieste 29.12.1902 da Giovanni e Lucia Zupancich - Barcellona 1.3.1938.
La sua compagna: Ida Caroni*
Dopo aver cercato inutilmente lavoro a Vienna tra il 1919 e il 1920, ritorna nell'agitato ambiente del dopoguerra triestino. Si iscrive per un breve periodo nel Partito comunista dal quale risulta già espulso nel 1921 per "indisciplina" e aderisce al movimento anarchico, quasi contemporaneamente a Umberto Tommasini.
Si dedica alla diffusione di Fede! e di Libero accordo, impegnandosi in attività sindacali con Nicola Modugno e Aliprando Giovannetti, in particolare cercando di dar vita a una sezione locale dell'USI tra i lavoratori del mare. Il prefetto di Trieste comunica che il 3.4.1925 è impegnato in una “propaganda di carattere rivoluzionario fra alcuni suoi compagni di fede comunista cercando di condurli nel campo anarchico”. Nello stesso anno cercherà di dar vita con il giovane Ludovico Blokar (che si rivelerà più tardi come confidente di polizia) a un gruppo denominato “Fiamme libere” di Trieste. Perseguitato è confinato nel 1926 per 5 anni a Favignana, Ustica e Lipari (i primi confinati triestini, 15, tra cui U. Tommasini). Liberato il 26 novembre 1931 emigra clandestinamente con una serie di espulsioni dalla Jugoslavia, Austria, Belgio...
Nel maggio 1932 si stabilisce in Ticino, probabilmente con l'aiuto di Randolfo Pacciardi - lavorando a Lugano come aiuto-cucina. Qui è in contatto con gli anarchici ticinesi, tra cui Carlo Vanza di Biasca TI, con il repubblicano Pacciardi, Assunto Zamboni conosciuto a Lipari (poi spia e provocatore fascista), e con Luigi Bertoni di Ginevra. È espulso ufficialmente, contemporaneamente a Pacciardi*, il 16.1.1933 - su pressione di Mussolini - con l'accusa di "aver dedicato a intrighi politici" [aveva scoperto spie fasciste!] e "si è fatto ripetutamente notare per attività politica".
Tra l'altro Gunscher ed altri compagni sembravano intenzionati di manifestare contro la legazione italiana (Grandi) invitata in una conferenza a Losanna VD nell’estate 1932; non si trattava per niente di un vero attentato, visto che i fuochi di artificio erano ridicoli (testimonianza di Carlo Vanza, al quale Gunscher abbandonò).
Tuttavia risulta ancora in Ticino il 24 gennaio 1933, come da lettera di Aida Caroni* a Vanza che, ringraziandolo per l'aiuto finanziario ricevuto per suo figlio, gli comunica una prossima visita a Biasca con Gunscher. Infatti questi aveva da poco inviato un ricorso al Consiglio federale contro la decisione di espulsione della polizia degli stranieri (decisione amministrativa) di espellerlo, ovviamente... senza esito positivo.
In favore degli espulsi antifascisti italiani, tra cui Pacciardi e Gunscher, vi è una dichiarazione di "indignazione" persino dal Comitato centrale del Partito socialista svizzero nella sua seduta del 4 febbraio 1933.
Parte da Lugano accompagnato da Ida Caroni a metà febbraio 1933, stabilendosi dapprima a Marsiglia, poi a Parigi lavorando come operaio in una fabbrica di vetro e insieme a Tommasini e a Giglioli, partecipa alle riunioni per rafforzare la collaborazione con le altre forze antifasciste, in particolare con Giustizia e Libertà (GL). Sospettato di preparare un attentato contro il console italiano di Parigi, viene espulso con decreto del 14 marzo 1935. Il 6 aprile 1935 imbarcatosi a bordo del Duc d'Aumale per Tunesi sotto il falso nome di Bixio Sorbi assieme alla Caroni, vengono riportati a Marsiglia, poiché entrambi sospettati di voler o di aver voluto commettere un attentato in Italia a Stresa contro Mussolini o a Ginevra contro Grandi; poi, un paio di giorni dopo, le accuse vengono a cadere: scarcerati, ma con decreto di espulsione; non potendo essere condotti alla frontiera italiana in quanto antifascisti e neppure a quella elvetica, rimangono probabilmente in Francia. Risulta infatti a Parigi con il nome di Jean Herlay, partecipando a diverse riunioni con Berneri e Marzocchi, tra cui il convegno anarchico italiano a Sartrouville del 1-2 novembre 1935.
Alla fine di luglio 1936 decide di raggiungere la Spagna - accompagnato dalla Caroni - dove si arruola come miliziano nella Sezione italiana della Colonna Ascaso della Federazione anarchica iberica e il 19.8.1936 partecipa come mitragliere alla battaglia di Monte Pelato. Con la militarizzazione delle milizie a fine '36, diventa dal 1937 comandante di compagnia di tre centurie nel battaglione Garibaldi diretto da Pacciardi nel Valles orientale.
Si ammala di tubercolosi e muore all’ospedale di Barcellona nel marzo 1938.
FONTI: GB // DBAI / Consiglio federale, verbale della seduta del 23.12.1932 per il ricorso / Libera Stampa, 23.1.1933, 7.2.1933, 9.2.1933 - 17.2.1933 / Lettera del 24.1.1933 di Aida Caroni a Vanza - Circolo Carlo Vanza, Locarno / Risv. 11.2.1933, Rév. 25.2.1933, Risv. 26.3.1938 / Journal de Genève, 17.4.1935 a proposito dell'arresto a Marsiglia ed espulsione dalla Francia con Ida Caroni*, pure in L'Express 16.4-17.4.1935 / R. Pacciardi, "Il battaglione Garibaldi", Lugano, marzo 1938 / DIMA /
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