SELLA Domenico Colombo
merciaio
Pettinengo (VC) 31.3. 1867 da Maurizio e Teresa Vaglio -
Emigra a Lugano TI, segnalato come anarchico dal 1908-1941 nel Casell.pol.centrale di Roma e iscritto alla Rubrica di frontiera.
Il 12 aprile 1908 la Prefettura di Novara comunicò alla Direzione generale della Pubblica sicurezza che la Sottoprefettura di Biella gli aveva rilasciato il nulla osta per il passaporto, precisando che mancava dal paese natale da circa dieci anni; che risiedeva a Coldrerio (Ticino), con moglie e due figlie minorenni; che professava idee socialiste; che nel 1908 era stato sospettato di «discorsi apologetici dell’assassinio di Carnot» sul treno Bra-Torino ma che, successivamente rintracciato a Pinerolo (To), aveva dato «spiegazioni tali da togliere al discorso attribuitogli ogni carattere criminoso». Fu schedato come anarchico nel novero dei sovversivi.
Il console di Lugano il 1 maggio informò che gestiva uno spaccio di vino e di stoffe; che nel mese di dicembre dell’anno precedente era fallito e aveva quindi molti debiti; che non si era mai occupato di politica. Il 2 giugno 1932 il prefetto di Vercelli comunicò che risiedeva a Stabio (Ticino) e che rientrava in Italia per pochissimi giorni ogni cinque o sei anni per rivedere i parenti e che, seppure in queste occasioni non avesse mai dato luogo a rilievi di sorta con la sua condotta politica, aveva ritenuto opportuno segnalarlo per ’iscrizione nella “Rubrica di frontiera” per perquisizione e vigilanza. L’11 luglio il console di Lugano informò il Ministero degli Affari esteri che viveva ancora a Stabio, con la moglie, Anna Orione, sua compaesana, e la figlia Vittoria, nata a Coldrerio nel 1899, esercitando il mestiere di merciaio, e precisò che non vi era nulla di sospetto sulla sua attività politica che, data l’età, non poteva «certo essere notevole».
Il 16 febbraio 1934 il prefetto comunicò che due giorni prima aveva attraversato il confine, per recarsi a Clivio (Va), dove si era trattenuto nel pomeriggio,«opportunamente vigilato» e che le perquisizioni avevano dato esito negativo. Una settimana dopo comunicò che il giorno precedente si era recato a Ponte Chiasso (Como), trattenendosi per pochi minuti, e che la perquisizione, «apparentemente doganale», era stata negativa.
Il 31 marzo il console di Lugano confermò che non svolgeva alcuna attività politica e che nulla di nuovo era emerso a suo carico.
Il 5 ottobre 1936 la Prefettura informò che quattro giorni prima si era nuovamente recato a Ponte Chiasso, dovesi era trattenuto «brevemente», e che le perquisizioni avevano dato esito negativo. Il 5 luglio 1938 comunicò che, «da accertamenti fatti eseguire in sede di
revisione del locale casellario politico [era] risultato che [...] si trovava ancora a Lugano». L’agente consolare di Chiasso (Ticino) informò che nulla di sfavorevole constava per il momento nei suoi confronti.
Il 17 gennaio 1940 il Consolato di Lugano informò la Direzione generale della Ps che aveva richiesto il visto sulla tessera di frontiera e richiese autorizzazione ministeriale in tal senso, poiché non aveva «mai dato luogo a nessuna segnalazione di attività politica e fiscale» e non era ritenuto «capace di commettere azioni di tal genere».
Il 29 il Ministero dispose che fosse depennato dalla “Rubrica di frontiera”. Il 6 giugno 1941 il prefetto comunicò che risultava risiedere ancora in Svizzera, «probabilmente a Lugano, a recapito imprecisato»
FONTI: GB / scheda CPC Roma segnalata da Piero Ambrosio 14.1.2022 /
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