CANEVASCINI Elio
Medico chirurgo, primario ospedale Beata Vergine di Mendrisio
Canevascini (a destra) miliziano
nella Colonna anarchica Ascaso
Tenero TI, 11.1.1913 da Guglielmo - Rancate/TI 13.12.2009.
Figli: Giotto e Matteo.
Affiliato al Partito socialista.
Studente in medicina a Parigi, arriva nell'estate 1936 in Spagna con Pacciardi e Piana (studente di medicina italiano), con un lasciapassare anarchico e del movimento Giustizia e Libertà. Miliziano al fronte e nel servizio sanitario della Colonna Ascaso della Federazione anarchica iberica, ed in particolare nella sezione italiana della colonna Ascaso, dall'11 settembre 1936 fino a dicembre 1936 [in una intervista della TSI - Matteo Bellinelli - dichiara di essere rimasto fino all'assassinio di Berneri, maggio 1937 - ...mah].
"Quando scoppiò la guerra di Spagna i primi decisi ad intervenire furono gli anarchici... Al confine entrammo dalla parte francese di una casa e sbucammo da quella spagnola. Era una situazione che aveva dell'incredibile: si trattava di un'abitazione appartenente ad un anarchico e aveva la particolarità di trovarsi proprio sulla linea di frontiera per cui era divisa in due: metà si trovava sulla parte francese e l'altra metà sulla parte spagnola... Subito conobbi altri anarchici diventati in seguito i miei compagni di lotta al fronte. Ci ritrovammo in un piccolo centro vicino a Figueras dove c'era una tensione intensa, un'atmosfera tragica suscistata dai racconti degli anarchici sulla conquista del paesino. Ricordo uno di loro che disse di aver ucciso il prete che dal campanile della chiesa sparava sui raduni degli anarchici (episodio che Ken Loach riporta nel fim sulla guerra di Spagna "Terra e libertà"). Era particolarmente scosso e concitato e non si dava pace. Fu questo il primo contatto con la guerra. Da lì prendemmo il treno per Barcellona dove incontrammo tra gli altri, Pietro Nenni. Tra i repubblicani e socialisti non correva buon sangue: i primi propendevano per una politica di lotta incruenta (abbattere il regime fascista con azioni politiche), mentre i rappresentantidi Giustizia e Libertà erano convinti bisognasse difendersi con le armi".
A Huesca ritrova Bassanesi:"Voleva ripetere lo stesso volo che fece su Milano, su Madrid o su Barcellona ma non si rendeva conto che quella stessa impresa lì non avrebbe sortito gli effetti desiderati. O vieni a buttar bombe, gli dissero gli anarchici, ad aiutarci sul piano militare, o altrimenti lascia perdere" [Bassanesi su posizioni alquanto diverse, poi uscì dalla Spagna - GB]. "Io al momento rimasi con Pacciardi che proprio lì al fronte doveva incontrare il repubblicano Carlo Rosselli per mettere le basi di una partecipazione italiana alle Brigate Internazionali che si andavano creando allora, a pochi giorni dall'inizio della guerra civile" [ma le BI vennero organizzate unicamente nel mese di ottobre/novembre - GB].
Infine, Canevascini entra a far parte della Colonna Ascaso della Federazione anarchica iberica (FAIb) composta da ca 1000 miliziani, ingaggiandosi da settembre 1936 nella Sezione italiana guidati da Rosselli e dall'anarchico Camillo Berneri*, alla quale si aggregarono, oltre ad una maggioranza di anarchici, una trentina tra repubblicani, socialisti e comunisti dissidenti. "Camillo Berneri, ucciso dagli stalinisti... L'ho conosciuto al fronte. Era un uomo straordinario, una figura portante della lotta antifascista italiana e spagnola, dotato di una cultura universale. Diventammo amici, ma persi le sue tracce quando partì per Barcellona. Mi aveva affascinato con quel suo alone di misticismo che si rifletteva anche nel portamento. Indossava un cinturone allentato alla vita da cui pendeva una pistola ballonzolante ad ogni passo: aveva l'aspetto più antimilitarista che si possa immaginare. Si era recato alla Radio della Catalogna proprio per commemorare la figura di Gramsci e all'uscita venne freddato dai comunisti. Quando lo venni a sapere provai un senso di sgomento e di amarezza che mi segnò profondamente. E se anche fossi rimasto più a lungo laggiù, avrei continuato a stare dalla parte degli anarchici: ero molto distante ideologicamente dai comunisti delle BI, sebbene ammirassi i loro sforzi nella lotta anti fascista".
Dopo ca 4 mesi rientra per le feste di Natale a Lugano, poi in febbraio a Parigi al fine di terminare gli studi in medicina.
In seguito, dal 1944 al 1945 - tramite la Centrale sanitaria svizzera, come medico - accompagnato tra gli altri dall'anarchica Goldy Parin-Matthey * - si reca in Jugoslavia tra i partigiani.
Poi rientra in Svizzera, Ticino, svolgendovi l'attività di chirurgo.
FONTI: GB // Ulmi-Huber / Silvano Gilardoni, "I volontari ticinesi in difesa della Repubblica di Spagna" / "Il fronte della libertà perduta" di Maria Pirisi, Area, settimanale di critica sociale, Lugano 20.2.2004 / "La Suisse et la guerre d'Espagne 1936-1939", DVD di Daniel Künzi, / "Missions chez Tito", gennaio 2007 DVD di Daniel Künzi / Segnalazione polizia politica italiana del 10.2.1937, info fornita da Nelly Valsangiacomo-Renato Simoni / R. Pacciardi, "Il battaglione Garibaldi", p. 6/7 / Renato Simoni, "En souvenir d'Elio Canevascini" in Cahiers d'histoire du mouvement ouvrier No 26, Lausanne 2010 / Memoria del presente. Elio Canevascini, di Matteo Bellinelli, TSI 2014 / A cura di Baratti, Candolfi, Simoni: "Ricordi di una missione della Centrale sanitaria svizzera 1944-45" Collana online della Fond. Pellegrini Canevascini 2020 -www.fpct.ch /
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