Cantiere biografico
degli Anarchici IN Svizzera








ultimo aggiornamento: 16/11/2024 - 16:52

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ARNOULD Arthur (A. MATTHEY)

Bibliotecario, giornalista, scrittore





Dieuze (Moselle), 17.4.1833 da Edmond - Parigi 26.11.1895.
Sposato con Jeanne Matthey.

Negli anni '60, quando l'opposizione al Secondo impero inizia ad affermarsi, riprende la lotta politica, scrivendo in alcuni piccoli giornali del Quartiere Latino, poi collaborando ai quotidiani Le Rappel e La Marseillaise. Per i suoi articoli dal 1867 al 1870 subisce 7 condanne che totalizzano 15 mesi di reclusione. Nominato bibliotecario della città di Parigi, viene poi eletto il 26.3.1871 alla Comune nel III e IV arrondissement - in compagnia di due suoi futuri compagni d'esilio in Svizzera, Adolphe Clémence e Lefrançais - diventando membro della Commission des Subsistances e della Commission de l'Enseignement. Alla fondazione del Comitato di Salute pubblica, il 1. maggio, diventa il porta parola della minoranza che si oppone alla sua creazione, giudicandolo inutile e totalitario (insieme a Gustave Courbet, Varlin, Jules Vallès, Malon, Pindy). Designato come responsabile del Journal Officiel nella settimana di sangue, partecipa attivamente al combattimento sulle barricate, poi riesce a fuggire a Ginevra.
Qui collabora con degli pseudonimi alla stampa parigina. Prende parte alle attività dei proscritti, aderisce alla Section de propagande et  d'action révolutionnaire socialiste, collabora con André Léo, Razoua, Lefrançais, Marchand, Malon e Guesde a La Révolution sociale (26.10.1871-4.1872, organo dal No 5 della FG) e tiene un discorso al comizio del primo anniversario della Comune, il 18.3.1872. Nel 1873 è inviato da un giornale a Lugano /TI per seguire i lavori del Congresso della Pace, dove è conquistato dalla bellezza del paese e vi si stabilisce. Tuttavia, nell'autunno dello stesso anno si imbarca per Buenos Aires con la famiglia, ma rimanendovi per poco. Infatti, a fine  1874 è di nuovo  in Ticino,  alloggiando a Pazzallo, alla Luvina, la casa abitata poco prima da Reclus. Qui rimane fino al 1877, partecipa al gruppo, o meglio a un comitato  composto da amici, sottoscritto anche da Antonia Bakunin, Saverio Friscia, E. Reclus, Emilio Bellerio, affinché Guillaume possa ricevere alcuni documenti di Bakunin. Collabora a fine 1876 ad un almanacco socialista per il 1877, pubblicato a Ginevra, titolato La Commune, assieme a Reclus, Gambon, Brousse, Schwitzguébel, Adolphe Clémence, Z. Ralli.
Nel 1877 è a San Remo, poi a Ginevra dove si stabilisce fino all'amnistia del 1880. A Ginevra riprende l'attività essenzialmente con articoli che faceva apparire nei giornali repubblicani di Parigi. Tra questi si ricorda la sua "Histoire populaire et parlamentaire de la Commune de Paris", scritta a Ginevra-Lugano nel gennaio 1872/gennaio 1873 e apparsa inizialmente sotto forma di articoli nel quotidiano parigino Droits de l'Homme (poi pubblicato a Bruxelles nel 1878). In questo scritto espone il suo concetto di un socialismo libertario, antistatale - fondato sulla libera associazione dei produttori e delle Comuni - rispettoso sia dell'autonomia dell'individuo, sia delle associazioni e delle Comuni. Nel 1877 pubblica "L'Etat et la Révolution". Collabora nel 1879 con Jules Vallès a la Révolution, rivista edita a Parigi.
Inizialmente escluso dall'amnistia, ritorna a Parigi il 10.7.1880, collabora per un po' a L'Instransigeant di Rochefort e prende parte alle riunioni e attività di alcuni gruppi socialisti. Poi, dopo la morte della moglie nel 1886, si allontana da ogni attività politica e dal 1890 sembra consacrarsi alla diffusione della teosofia (presidente della Società teosofica di Parigi con lo ps di Jean Mattheus).
Tuttavia, pubblica nella Nouvelle Revue del 1.8.1891 dei ricordi su Bakunin, firmati con lo ps. di A. Matthey.


FONTI:

GB // Guillaume / Gustave Lefrançais - Arthur Arnould, "Souvenirs de deux communards réfugiés à Genève", présentation par Marc Veuillemier, Ginevra 1987 / Arthur Arnould, "Histoire Populaire et Parlamentaire de la Commune de Paris", Ed. Dittmar, Parigi 2006 / Journal de Genève, 4.12.1895 //




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