VELLA Attilio
Commesso viaggiatore in cornici per quadri, arredatore, vetrinista, cartellonista, pittore artista
Gibellina (TP) 17.7.1901 da Giuseppe e Concetta Pedalino - Milano 17.11.1973
Pur dimorando quasi sempre a Milano, raggiunge spesso i familiari in Svizzera e vi si stabilisce alla fine degli anni Venti a GInevra e in Ticino. Il 4.1.1930 essendo in relazione con Berneri, viene chiesta dalla questura l'iscrizione nella “Rubrica di frontiera”... con invito all'arresto come “anarchico da impedire espatrio”.
Sul foglio stalinista ticinese Falce e martello del 28.8.1930, viene definito come i suoi fratelli “spie fasciste”, ma il 6 settembre il Console generale a Lugano riferisce che “si stenta a credere che illazioni del giornale comunista corrispondono esattamente alla realtà”. L'illazione deriva da una presunta lettera inviata da un compagno di Milano a Luigi Bertoni (mai pubblicata sul Risveglio anarchico, ma intercettata dal giornale comunista) dove si afferma che 15 persone perseguitate non possono vivere così bene in Svizzera, nel lusso e usando il loro giornale Vogliamo (Biasca, Lugano /TI, 1929-1931) per “dare fumo negli occhi”. Queste, per il giornale comunista sono delle prove. Dalle carte di polizia risulta che la lettera è di Eugenio Macchi, il quale però smentisce la paternità (Adunata dei refrattari 27.9.30), notizia poi ripresa da Libera stampa di Lugano. I Vella porteranno denuncia in tribunale, tanto che il foglio comunista dovrà poi scusarsi (vedi a questo proposito anche VELLA Randolfo).
Successivamente ritorna a Milano, dove per vivere vende quadri fino alla fine degli anni Trenta. Nel Secondo dopoguerra è presente in diverse mostre di arte figurativa.
FONTI: GB / DBAI
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