Cantiere biografico
degli Anarchici IN Svizzera








ultimo aggiornamento: 16/11/2024 - 16:52

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TONETTI Attilio Francesco

Sarto



Fontanella (BG) 15.11.1872 da Giovanni e Catterina Lazzari - S'ignorano luogo e data di morte.
[Fratello di Anacleto Tonetti e zio di Giovanni Tonetti*]

Assegnato nel settembre 1894 al domicilio coatto [temibile per il suo carattere audace e violento], ripara a Lugano /TI, dove si mantiene in rapporto con Pietro Gori, anche egli esule dopo l'attentato di Caserio, ma al suo rientro nel regno agli inizi del 1895, è arrestato ed inviato prima a Porto Ercole, poi alle Tremiti dove sconta 15 mesi di coatto.
Una volta liberato nel 1896 si trasferisce di nuovo a Lugano, dove lavora come sarto e vi risiede fino al settembre 1898, poi viene espulso con decreto del Consiglio federale del 4 ottobre 1898 con Fraschini* ed altri.
[ma nelle liste ufficiali risulta erroneamente un Attilio TONELLI sarto, di Milano, nato nel 1874)

Si reca  dapprima a Londra, poi ritorna a Milano nell'agosto 1899, continuando l'attività di sarto.

[a margine di un elenco di autorizzazione alla naturalizzazione da parte del Dipartimento politico, risulta pure in data 11.3.1913 una richiesta del governo del Canton Argovia che richiede l'estradizione in Svizzera di Attilio Tonetti già residente in Argovia per bancarotta fraudolenta: in quel momento il Tonetti era stato arrestato in Germania a Lörrach.... info di Roberto Tonetti giugno 2018, Verbali del Consiglio federale, 1913, fondo AFS E1004.1]. Ma si tratta poi dello stesso Tonetti ? (GB)

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Scheda di Roberto Tonetti - 2 agosto 2020

Attilio Francesco Tonetti nacque a Fontanella (all’epoca piccolo borgo agricolo della bassa pianura bergamasca) da Giovanni Tonetti (Fontanella 1832, Milano 1903) e da Catterina Lazzari (Fontanella 1833, Milano probabilmente 1916 o 1917) il 15 novembre 1872. Il secondo nome Francesco compare di rado nei documenti ed è quello del nonno paterno, Francesco Tonetti, ancora vivo quando nacque.

Il padre di Attilio era un sarto e piccolo possidente terriero. Un fratello della madre era il segretario comunale di Fontanella e un altro fratello partecipò alla Seconda Guerra d’Indipendenza col grado di tenente nell’esercito piemontese e morì nella famosa battaglia di San Martino e Solferino del 24 giugno 1859. Per il loro lavoro e grado, immagino che entrambi fossero diplomati e da ciò ne deduco che la famiglia materna fosse benestante.

Mi ha colpito anche il fatto che, in una zona e in un periodo in cui ai bambini venivano messi quasi sempre gli stessi nomi (es. Antonio, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Luigi; Antonia, Francesca, Giuseppa, Giovanna, Luigia, Maria eccetera), i genitori di Attilio posero a tutti i figli nomi più originali o “colti”: Amilcare, Briseide, Annibale, Abdon, Gezabele Nabot, Anacleto, Ernesta, Ulderico, Felicita – morta neonata -, Attilio e ancora Felicita. Anche Ernesta e Ulderico saranno poi schedati nel Casellario Politico Centrale per idee anarchiche, ma di essi non ho trovato alcun riferimento con la Svizzera.

Dall’esame degli atti di stato civile deduco che il padre Giovanni, mio trisavolo, si era trasferito fra la fine del 1881 e il 1884 da Fontanella a Milano con la famiglia e lì esercitava la professione di sarto.

La sua scheda biografica del Casellario Politico Centrale conservata negli Archivi di Stato di Roma, datata 22 gennaio 1895, riporta che era residente a Milano in via di Porta Tenaglia 12, zona Borgo degli Ortolani.:

«E' anarchico temibile per il suo carattere ardito e violento.
Nemico del lavoro, conduce sempre vita riprovevole sotto ogni riguardo, associandosi ai pregiudicati d'ogni specie per complottare tristi azioni.
E' sprezzante delle Autorità, alquanto manesco e vendicativo ogni qual volta gliene capita l'occasione. Professa principi anarchici ed è sempre stato ritenuto uno dei più pericolosi per la sua brutalità e per la sua iniziativa nei disordini
.
La sera del 14 agosto 1893 fu arrestato con altri pericolosi correligionari per canto di inni sovversivi e condannato a mesi due e giorni 27 di arresto e Lire 12 di multa con sentenza del 17 detto mese.
Il 20 luglio detto anno fu anche dal Tribunale condannato a giorni 100 di reclusione e Lire 68 di multa per violenza sugli agenti della forza pubblica, ed infine con altra sentenza del 3 Novembre 1873 il Tonetti subì la condanna di mesi due e giorni 15 di reclusione per aver preso parte ad una ribellione contro le Guardie di Città, scatenata dagli anarchici che diffondevano manifesti sovversivi.
Proposto infine del domicilio coatto con sentenza del 24 settembre 1894, vi fu consegnato per la durata di mesi quindici in applicazione dell'articolo 3 della legge 19 luglio detto anno N. 316.
Per sottrarsi (?) però a tale provvedimento, egli si allontanò da Milano recandosi a Lugano, ma il 10 corrente, volendo rientrare nel Regno, fu arrestato al confine di Chiasso e qui tradotto.
Oggi è stato messo in traduzione (?) per isola di Port'Ercole, ove venne destinato.Dalle Tremiti giunse a Milano il 16-7-1896 munito di foglio di via obbligatorio, dopo aver scontato 15 mesi di domicilio coatto cui fu assegnato con ordinanza del 24-9-94 in applicazione della legge 19-9-94 n. 316. »

Altre annotazioni della scheda:

«3 agosto 1896: il 24 luglio 1896 ricompare a Lugano ove già ebbe ad abitare in epoca in cui vi era il Gori Pietro. 16 agosto 1896: trovasi a Lugano ove ha ottenuto il permesso semestrale di dimora. Lavora presso la sartoria Gallo (già Milanese) in piazza del Lecco.
1° novembre 1899: nel settembre 1898 si trasferisce a Londra e vi rimane fino al luglio 1899. Il 2 agosto fa ritorno a Milano e viene vigilato1.
22 agosto 1900: da circa un mese si è unito in matrimonio con Tognoni Felicita di Luigi, nata a Milano nel 1880.
14 agosto 19032: da parecchio tempo non dà luogo a rimarchi speciali sulla sua condotta. Abita al n. 13 di via Rosmini ove lavora da sarto ed è sempre oggetto di speciale vigilanza.
30 marzo 1908: Prosegue nella buona condotta in genere e, pur professando sempre le idee anarchiche, non dà luogo a rimarchi, non frequentando le riunioni dei compagni né facendo propaganda. Abita in via P. Sarpi 10 e vi esercita la propria sartoria.
1° settembre 1909: trovasi tuttora in Milano ove abita in via P. Sarpi 10 e continua a non dar luogo a rimarchi nei riflessi politici.
23 agosto 1910: continua a tenere regolare condotta senza dar luogo a rimarchi in linea politica
4 gennaio 1911: risiede tuttora a Milano e serba buona condotta sia politica che morale. Ed appunto in considerazione del suo ben portarsi, avendo dato a vedere di non occuparsi più affatto di politica, gli è stata rilasciata la licenza del porto della rivoltella a difesa personale, dovendo egli frequentemente per ragioni della sua azienda (sartoria) recarsi anche in provincia ove tiene clientela per esigere crediti, facendo poi qui ritorno con notevoli somme di denaro.
4 settembre 1911: Recatosi a visitare l'esposizione di Torino ove rimase 2 giorni nei primi di settembre. Tornato a Milano ove lavora da sarto, tiene regolare condotta e non dà luogo a rimarchi.
11 aprile 1912: continua a dimorare in questa Città, via Paolo Sarti, lavora da sarto, e pur professando principi sovversivi, non dà luogo a rimarchi. È però vigilato.
6 dicembre 1912: abita tuttora in questa città, lavora da sarto e non dà luogo a speciali rimarchi;
5 maggio 1914: risiede sempre a Milano e persevera nella regolare condotta
2 luglio 1918: continua a dimorare in via Paolo Sarpi 10 di questa città, lavorando sempre da sarto. Pur mantenendosi ligio alle teorie libertarie ed addimostrandosi contrario alla guerra, non ha dato luogo a speciali rimarchi con la sua condotta politica»

Osservo in particolare che la partenza per Londra avviene in corrispondenza dell’uccisione a Ginevra il 10 settembre 1898, ad opera di un anarchico, Luigi Lucheni, di Elisabetta di Baviera, l’imperatrice di Austria e regina di Ungheria, moglie di Francesco Giuseppe. Il 4 ottobre 1898 il Consiglio Federale svizzero decreta l’espulsione di sei anarchici, fra cui Attilio Tonetti, il quale si rifugia a Londra per quasi un anno, abbandonando la Svizzera prima del decreto di espulsione.

Un rapporto della Prefettura di Milano del 2 luglio 1918 reca: «Continua a dimorare in via Paolo Sarpi 10 di questa città, lavorando sempre da sarto nella propria abitazione. Ulteriormente al 1914, pur mantenendosi ligio alle teorie libertarie ed addimostrandosi contrario all'attuale guerra, non ha dato luogo a speciali rimarchi con la sua condotta politica.»

Un rapporto della Prefettura di Milano del 5 aprile 1923: «Risiede tuttora in questa città in via Sarpi 10 e lavora da sarto in casa propria. Serba regolare condotta morale e politicamente è ora simpatizzante comunista, ma non esplica azione di propaganda né da motivo a rimarchi»

All’inizio della primavera 1927 chiede il passaporto per recarsi a Ginevra a trovare il fratello Anacleto (mio bisnonno), che in rue Lausanne 48 aveva un’officina meccanica di ascensori Stigler, nonché alcuni clienti svizzeri. La richiesta viene rigettata e ripresentata nel dicembre 1927. In questo caso la Reale Prefettura di Milano esprime parere favorevole al Ministero dell’interno con queste parole: «Egli, pur professando tuttora idee anarchiche, da parecchio tempo non dà luogo a rilievi, non svolgendo palese attività politica, né interessandosi di propaganda». Il Ministero autorizza il passaporto in data 15 dicembre 1927, per un viaggio di 15 giorni, dopo aver verificato l’assenza di segnalazioni a carico di mio bisnonno Anacleto. Parte il 30 dicembre 1927 da Milano per Ginevra.

Analoga richiesta fu presentata, subito autorizzata per altri 15 giorni, nel giugno 1928: partì da Milano per Ginevra la sera del 14 luglio 1928 e viene così descritto: «Statura piuttosto bassa, capelli grigi, fronte alta, occhi grigi, naso e bocca regolari, barba rasa, baffi grigi, colorito sano.». Vi è una sua foto.

La Prefettura di Milano così scrive il 2 ottobre 1932: «Partito il 16/9/1932 per Ginevra, con regolare passaporto, per recarsi a visitare la sorella Silvetti Briseide, gravemente inferma e colà dimorante in Rue de Losanne 48. Ritornato in Italia il 30 dello stesso mese e ridisposta su di lui la necessaria vigilanza…». Il cognome della sorella Briseide comunque era Silvestri, non Silvetti (ho trovato l’atto di matrimonio).

Fino al 1933, tutta la documentazione del Casellario Politico Centrale riporta erroneamente come anno di nascita il 1873, corretto in “15 novembre 1872” solo dal 1934.

Vi sono altre comunicazioni generiche della Prefettura di Milano, che indicano una condotta regolare, del 1935, 1936 e 1937.

L’ultimo riferimento in vita che ho trovato è in data 9 gennaio 1942. Il prefetto di Milano così scrive al Ministro dell’Interno: «… il sovversivo in oggetto abita tuttora in via Paolo Sarpi n. 10, mantenendo regolare condotta in genere e da molti anni non ha più dato luogo a rilievi specie in linea politica. Egli vive con la moglie, senza figli; esercita il mestiere di sarto nella propria abitazione; è iscritto da circa dieci anni alla Federazione Fascista dell'Artigianato e fa vita ritirata. In considerazione dell'età avanzata, della buona condotta e del suo orientamento verso le direttive del Regime, si propone la radiazione dal novero dei sovversivi.». La radiazione ha luogo il 20 gennaio 1942.

Non ho trovato mai notizia o traccia della località e della data di morte, né di possibili figli. Dagli atti di stato civile, desumo fosse legato particolarmente al fratello Ulderico e a mio nonno Giovanni, entrambi anarchici. Molti fratelli e la madre di Attilio vissero a lungo, il padre Giovanni morì nel luglio 1903 a 73 anni investito da un tram, l’ultima sorella Felicita (nata a Fontanella nel 1874) si spense a Milano a fine 1966, da cui ne deduco che anch’egli possa essere vissuto a lungo e possa essere morto anche diversi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Non risulta attualmente sepolto nei cimiteri di Milano (dove sono invece sepolti due fratelli e due sorelle) né in quello di Fontanella.

1 Verosimilmente a seguito dell’espulsione dalla Svizzera di vari anarchici, fra cui Attilio Tonetti, decretata dal Consiglio Federale il 4 ottobre 1898 a seguito dell’uccisione a Ginevra di Elisabetta imperatrice d’Austria-Ungheria il 10 settembre 1898.

2 Il padre, abitante in via di Porta Tenaglia 12 a Milano, era morto investito da un tram il 22 luglio 1903.

 


FONTI:

GB // DBAI / Decreto del Consiglio federale de 4.10.1898 / Bertuletti e Gotti in "Alle origini dell'anarchismo bergamasco", Bergamo 2010 / Gazzetta ticinese, 11.10.1898 / L'Impartial 12.10.1898 / complementi di Roberto Tonetti, giugno 2017 - poi del 2.08.2020 citato /




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