SALADINO Francesco insegnante elementare
Bisacquino (PA) 1881 - 21.4.1934
Immigrato in Ticino, a Bellinzona, schedato dal 1904 come anarchico nel Casell.pol.centr. Roma, busta 4529. Annotazioni: "radiato".
Giunge in Ticino nel 1904, segnalato dalla polizia italiana come anarchico e, in base ai ragguagli di Roma viene espulso nel 1905. Ritorna più tardi a Bellinzona TI, diventando sin dal 1921 "l'uomo forte" del fascismo in Ticino.
[Vedi anche Ferrante*, in cui si rileva che il Saladino divenne console fascista...].
Infatti già dal settembre 1922 sul quotidiano socialista Libera Stampa non mancano numerose comunicazioni del suo attivismo, e neppure "apprezzamenti" del genere: "il fascista Saladino non è neanche capace di suscitare sdegno. Fa semplicemente schifo" (9.10.1922); inoltre è "dirigente del fascio locale" (22.5.1926), "segretario del Direttorio fascista" (7.1.27), "vice Console" a Bellinzona (20.9.1928), "Capo banda del fascismo bellinzonese" (13.6.1929). FONTI: GB // Casell.pol.centrale di Roma non visionato // Libera Stampa, organo del Partito socialista ticinese, art. citati // Mauro Cerutti in "Fra Roma e Berna", Franco Angeli 1986 //
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