PETRELLI Francesco
Fornaio
Zogno (Bg) 22.7.1874 da Francesco e Antonia Cortinovis -
Abbandona la famiglia all'età di 10 anni, stabilendosi poi a Milano, lavorando come garzone fornaio, frequenta i ritrovi anarchici. Nel gennaio 1893 per conto di un gruppo di anarchici, sottoscrive un contratto d'affitto per una camera, ma pochi giorni dopo interviene la polizia su richiesta dello stesso proprietario per i ripetuti disordini avvenuti nel circolo perché si cantano inni anarchici. Oltre al Petrelli sono arrestati Sante Caserio ed altri. Prende parte nell'agosto 1893 alle dimostrazioni svoltesi a Milano per i fatti di Aigues-Mortes e denunciato perché individuato tra gli anarchici che aggrediscono e ingiuriano i componenti del sodalizio dei prestinai. Nel luglio 1894 il Giudice del Trib. di Milano chiede di perquisire il domicilio del Petrelli perché ritenuto in relazione con Sante Caserio, che il 24 giugno aveva assassinato il presidente francese Carnot.
Ma il ricercato nel frattempo si è trasferito a Lugano TI, dove si fa chiamare "Ravachol". Nella notte tra l'8 e il 9 dicembre 1894 viene arrestato a Lugano per schiamazzi notturni, poi dimesso dal carcere con la diffida. La sera dell'11.2.1895 trovandosi in un'osteria di Cassarate TI, si mette a gridare ripetutamente "Viva l'anarchica, viva Caserio" e minaccia gli avventori con un coltello: viene arrestato e il 18 febbraio 1895 espulso dal Canton Ticino e consegnato alle autorità italiane.
Arrestato come renitente alla leva e incorporato nel 35esimo reggimento di fanteria ad Alessandria. Nell'aprile 1895 assegnato alla quinta Compagnia di Disciplina di Capri per essersi reso "colpevole di propositi e mene sovversive contro le patrie istituzioni e per aver partecipato ad Associazioni avverse alle Istituzioni". Viene congedato ma poi condannato dal Tribunale di Bergamo a 8 mesi e 10 giorni di detenzione per renitenza alla leva.
Nel 1906 emigra in Francia.
FONTI: GB / Bertuletti e Gotti in "Alle origini dell'anarchismo bergamasco", Bergamo 2010 / segnalata l'espulsione dal Cantone Ticino in Gazzetta Ticinese, 14.2.1895 /
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