MAJOCCHI (MAIOCCHI) Ernesto
Giornalista
Voghera 4.3.1860 da Pompeo e Teresa Lingua - Voghera 14.5.1907. Collabora a La Riscossa, organo dell'Associazione anticlericale di Tortona, corrispondente da Voghera del foglio moderato milanese L'Italia. Nei primi anni Novanta collabora con L'Italia del popolo, il quotidiano "repubblicano-federalista". Aderisce al Partito dei lavoratori italiani e fonda nel 1892 con A. De Ferrari il settimanale La Sentinella di Voghera, con indirizzo schiettamente socialista. Destinato al domicilio coatto per aver lanciato una sottoscrizione in favore della Lega italiana per la difesa della libertà, espatria clandestinamente in Svizzera. Residente a Lugano TI dal 1894, entrò in contatto con la comunità dei proscritti italiani, anarchici e socialisti, e diventa redattore di successo de L'Idea Moderna, organo liberal-radicale. Espulso dalla Svizzera con decreto federale del 15.2.1895 con gli anarchici Losi, Pacini, Boffa e Bianchi Santino "per aver abusato del soggiorno in Svizzera per propaganda anarchica e partecipato all'elaborazione di stampati anarchici, poi introdotti clandestinamente in Italia" (il mese precedente erano stati espulsi Gori e compagni...) è costretto a lasciare il Ticino il 28 aprile 1895. Continuerà a collaborare saltuariamente a L'Idea Moderna, firmando i suoi articoli con il simbolico pseudonimo di "L'Ebreo Errante" Si trasferisce in Belgio ma poco dopo viene espulso. Ritornato a Voghera dà vita al settimanale L'Uomo che ride (4'000 copie nel 1907). Prenderà parte per la "vecchia guardia" socialista di Turati e Bissolati, biasimando "le guasconate rivoluzionarie" dei "socialistissimi" come A. Labriola. Tuttavia in seguito dichiarò la sua immutata e profonda "fede nel socialismo, ma non nei socialisti", trovando conforto nell'affetto dei militanti più giovani e di alcuni amici, tra i quali Pellizza (la riproduzione del quadro "Il quarto stato" fu il dono che Majocchi riservò agli abbonati de L'Uomo che ride per l'anno 1906). Nel 1903 allo scopo di raccogliere sovvenzioni per le operaie della tessitura Bertollo in sciopero, fece circolare, in forma di cartolina, il testo dell' "Inno alle filatrici", da lui redatto nel 1899, che divenne uno dei canti socialisti più popolari nel Norditalia. Muore suicida. [Per altre notizie vedi Dizionario biografico - Treccani] FONTI: GB / Decreto del Consiglio federale del 15 febbraio 1895 / Dizionario Biografico - Treccani - in rete / Maurizio Binaghi, "Addio, Lugano bella", 2002 Bellinzona
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