Cantiere biografico
degli Anarchici IN Svizzera








ultimo aggiornamento: 16/11/2024 - 16:52

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LANFRANCHI Giuseppe

Falegname



Borgosesia (Vc) 13 maggio 1874 da Gaetano e Teresa Godio -

Nel 1886 emigrò in Svizzera con la famiglia. Nel 1896 fu segnalato come anarchico a Neuchâtel NE, dove risiedeva, poi si trasferì a Le Locle NE, La Chaux-de-Fonds NE e infine a Berna BE, dove si fece notare dalla polizia come agitatore. Il 27 settembre 1898, dopo l’uccisione dell’imperatrice d’Austria, a opera dell’anarchico Luigi Luccheni, fu espulso dalla Svizzera con Demetrio Davoli, Adolfo Pisi, Ugo Romboli, Désiré-Claire Robelin, Antonio Stagnoli, Sante Tabacco, Domenico Zavattero.

Sembra che si sia trasferito in Francia (secondo una nota del 15 febbraio 1913 del Ministero pubblico federale sarebbe stato espulso anche da quel paese). Il 12 gennaio 1899 fu espulso dal Belgio: trasferitosi in Inghilterra, nel mese di dicembre del 1902, si stabilì a Londra, dove fu in stretti rapporti con Errico Malatesta.
Il 28 febbraio 1903 la Prefettura di Novara annotò nella sua scheda biografica: «In Svizzera ha imparato a lavorare da falegname. Si assicura che in Svizzera si sia ascritto al partito anarchico. Non si può precisare in quali città della Svizzera abbia dimorato, poiché in patria non ha parenti né relazioni d’amicizia. Non consta che all’estero abbia riportato condanne. Si ignora se faccia propaganda e con quale profitto. Non è ritenuto capace tener conferenze e non risulta che ne abbia tenute».
Nel 1911 e nel 1912 risultò che pubblicava sul giornale “Londra-Roma” articoli in cui trattava di pittura e che aveva scritto anche un articolo intitolato “L’utopia anarchica”.
Nel mese di novembre del 1912 inviò un’istanza al Consolato di Londra, dichiarando di non essere più anarchico e pregando di intercedere perché il decreto di espulsione dalla Svizzera gli venisse revocato: questo fu sospeso condizionalmente il 21 dicembre, ciononostante non vi ritornò.
Nel mese di aprile del 1915 secondo il Consolato non era più pericoloso. Nel mese di ottobre del 1924 risultò che, lavorando assiduamente come ebanista, era «riuscito a mettere insieme un discreto peculio e vive[va] agiatamente». Secondo la polizia inglese frequentava ancora il quartiere italiano e discuteva «soggetti rivoluzionari coi suoi connazionali», ma risultava che avesse «perduto le sue propensioni pericolose di gioventù». Fu tuttavia iscritto nella “Rubrica di frontiera” come elemento da vigilare, perquisire e segnalare.

Nel mese di gennaio del 1934 tornò a Borgosesia per pochi giorni, durante i quali diede «segni di ravvedimento, dimostrandosi ligio alle direttive del Governo Nazionale». Anche il Consolato, nel mese di febbraio, riferì che non si interessava di politica ed era ritenuto «persona proba e di buoni sentimenti italiani» e, nel mese di luglio del 1935, che era «ritenuto persona di ottimi sentimenti italiani». Nel mese di settembre del 1936, considerando che si era dimostrato «apertamente favorevole al Regime», fu revocata la sua iscrizione nella “Rubrica di frontiera”, ma continuò a essere schedato nel Casellario politico centrale, almeno fino al 1939.


1896 von Neuenburg als Anarchist signalisiert, wo selbst er sich damals aufhielt. Ging dann nach Locle und La Chaux-de-Fonds, später nach Bern, wo er sich noch jetzt aufhält. Hat sich als Agitator bemerkbar gemacht.


FONTI:

GB-ME / Decreto del CF del 23 settembre 1898  / AFS: E21 14002, Budesanwaltschaft, Verzeichnis der Anarchisten 1889/1898 / Biografia di Piero Ambrosio, fonte Cpc Roma /




CRONOLOGIA: