BELLONI Ersilio
Meccanico
Milano 10.07.1902 da Carlo e Maria Dovera - 19.07.1978
Nel 1922 è segnalato come aderente agli Arditi del Popolo, denunciato per lesioni a un fascista, poi assolto per mancanza di prove, fu sospettato di aver ucciso il fascista Ugo Pepe, ma nel 1923 assolto per insufficienza di prove. Nel 1924 appartiene alla cellula comunista "Gadda". Poi anarchico dal 1926, spedisce manifestini intestati dall'Unione anarchica italiana (UAI), sequestrati a Bologna e a Ravenna. Nuovamente arrestato in provincia di Modena, a Vignola, in casa dell'anarchico Enrico Sabatini, poi rilasciato. Amico di Bibbi.
Nel 1927 si rifugia a Bellinzona TI, dove riceve aiuto da Antonio Gagliardi* e Giuseppe Peretti* per raggiungere Parigi il 15 gennaio, conoscendo Berneri*, Eugenio Girolo*, poi in Lussemburgo, poi nuovamente Parigi, contribuendo alla ripresa delle pubblicazioni di Lotta anarchica.
Qui, rivede Gino Bibbi che gli consegna un ordigno, una "bomba mascherata in un'armatura di un thermos", più tardi è a Lugano TI, incontra Pacciardi* il 22.1.1931. Nel febbraio 1931 con il repubblicano Luigi Delfini lascia il Ticino dalla Val di Muggio TI con l'aiuto di contrabbandieri, intenzionati ad attentare alla vita di Mussolini. Belloni è arrestato a Roma il 6.2.1931, armato di una pistola, finendo poi a fare i nomi di Pacciardi e di Delfini (Delfini viene arrestato il 2 marzo, ma la bomba...è scomparsa).
Processato nel giugno 1932 - benché abbia collaborato alle indagini - viene condannato pesantemente con Delfini a 30 anni di reclusione e 10 anni di sorveglianza speciale (ridotti in seguito per le varie amnistie a 19 anni), espiati nelle carceri di Castelfranco Emilia e di Turi. Le dure condizioni di detenzione lo portano a offrire la propria collaborazione alla polizia, cui consegna un altro memoriale e a richiedere una istanza di grazia nel maggio 1938, che viene respinta.
Ricoverato per motivi di salute (tbc) a Pianosa, nel 1943 viene trasferito nella Casa penale di Saluzzo. Avrebbe dovuto essere scarcerato il 6.2.1950, ma fu fatto evadere dai partigiani nel gennaio 1945.
FONTI: GB // DBAI / Mauro Cerutti, "Fra Roma e Berna", FrancoAngeli 1986 / Paolo Palma, "Una bomba per il duce. La centrale antifascista di Pacciardi a Lugano", Ed. Rubettino 2003 / Libera Stampa 14.6 - 15.6 - 26.6.1932 / Risv. 25.6.1932 /
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