SCALVINI Carlo Paolo
Sarto, contabile
Ouvrier tailleur, comptable
Chiari (BS) 22.10.1891 da Luigi e Domenica Tortelli -
Residente a Milano, nel 1911 - condannato a 35 giorni di carcere per “aver distribuito inviti stampati privi della indicazione della tipografia relativi al pubblico comizio indetto dagli anarchici per protestare contro la detenzione della nota Ryger” - si sposta prima a Lugano e poi a Berna, Biasca, Ginevra, Friborgo e infine, l’anno seguente, a Parigi.
Nella capitale francese, dove assume il nome di Dedé Isidori, è ospite del gerente del giornale L’Anarchie, Jules Erlebach, detto Ducret, il quale, nel 1913, verrà ferito gravemente dall’anarchico illegalista Lacombe che lo credeva una spia della questura. Nello stesso periodo è segnalato alle autorità italiane come “individuo pericoloso al massimo grado”, facente “parte di un complotto di anarchici organizzatosi per attentare alla vita di S. M. il Re e di S. E. il Presidente del consiglio dei Ministri”, “individualista ad oltranza” e “in relazione indiretta col Lacombe e con altri componenti la famigerata banda Bonnot”.
Espulso dalla Francia [febbraio 1913] ritorna a Losanna. In questo periodo è denunciato da un informatore per aver portato a Milano “due bombe, fatte di concerto al Corridoni ed altri” in occasione dello sciopero dei gasisti; tratterebbesi di “due cartucce di dinamite clandestinamente introdotte dalla Svizzera” che “si volevano utilizzare a scopo di danneggiare gli apparecchi di produzione o di trasmissione del gas”. Su richiesta della polizia italiana è arrestato nel mese di aprile 1913 a Losanna “per vagabondaggio” ed espulso dalla Svizzera.
Rientrato in Italia, si stabilisce a Milano, da dove è rispedito con foglio di via al paese natale; spostandosi in seguito a Brescia, dove è segnalato come redattore del foglio individualista di Novi Ligure Gli Scamiciati (oltre a ricevere diversi periodici libertari italiani e francesi) e come depositario di opuscoli antimilitaristi che vengono ritirati da militari in servizio e diffusi nelle caserme. A fine anno ritorna a Milano, dove frequenta la scuola di applicazione per cooperazione e previdenza dell’Umanitaria. Rientrato a Chiari, s’iscrive al Partito Socialista ed è nominato segretario propagandista della sezione locale. Avvicinatosi alle posizioni interventiste si arruola volontario nelle legioni garibaldine in Francia (con il grado di tenente) ed è segnalato a Nizza e a Montélimar. Nel 1915, rientrato a Milano e avendo ormai intrapreso una strada che lo separerà definitivamente dagli anarchici, si fa notare per l’accesa propaganda interventista. All’entrata in guerra dell’Italia, si arruola volontario nell’esercito italiano (con il grado di sergente) distinguendosi al fronte, dove è ferito (due volte) e decorato. Nel dopoguerra entra nei Fasci di combattimento. Trasferitosi per lavoro a Torino, essendo sempre sospetto agli occhi della polizia a causa del suo passato, nel 1926 è diffidato. Continuamente sorvegliato fino al 1931, quando è radiato dall’elenco dei sovversivi. Figura singolare, Scalvini ripercorre le stesse tappe politiche di Massimo Rocca e, partendo da un’idea di massima libertà, approda alla concezione dello Stato totalitario.
“Non solo da diversi anni non professa più idee anarchiche ma ha dato prove di essere favorevole al Fascismo di cui fu uno degli organizzatori più attivi”, Prefettura di Torino alla dir. Gen di PS, in data 1/6/1927, ACS, CPC, busta n. 4654.
Nota GB: nell'agosto 1912 risulta residente a Bulle FR.
Né à Chiari (italie), le 22 octobre 1891.
Anarchiste, habitant Milan, il fut condamné en 1911 à 35 jours de prison pour faits de propagande. Il partit pour la Suisse où il vécut à Lugano, Berne, Biasca, Genève et Fribourg avant de s’installer à Paris. Là, il vécut sous le nom de Dédé Isidori et habitait chez le libraire Jules Erlebach, dit Ducret, anarchiste individualiste, lié aux illégalistes. Il y fut arrêté en novembre 1912 lors d'une perquisition liée à l'affaire Lacombe (voir ce nom). Relâché, il fut cependant signalé aux autorités italiennes comme « individu extrêmement dangereux ». Expulsé de France en février 1913, il retourna à Lausanne. Il y fut dénoncé par un informateur pour avoir apporté à Milan « deux bombes, faites de concert avec Corridoni et d’autres » à l’occasion de la grève des employés du gaz ; il se serait agi de « deux cartouches de dynamites introduites clandestinement depuis la Suisse » qu’ils « voulaient utiliser pour endommageer les appareils de production et de transmission du gaz ». Sur demande de la police italienne, il fut arrêté à Lausanne en avril 1913 pour vagabondage, et expulsé de Suisse. Rentré en Italie, il fut un temps rédacteur du journal individualiste Gli Scamiciati, de Giovanni Gavilli, recevait nombre de périodiques en français et en italien et diffusait des brochures antimilitaristes parmi les soldats. Par la suite, il s’éloigna totalement de l’anarchisme. En 1927, la préfecture de Turin disait de lui : « Non seulement il ne professe plus d’idées anarchistes depuis des années, mais il a donné des preuves d’adhésion au fascisme, dont il a été un des organisateurs les plus actifs. »
FONTI: GB //
Scheda curata da Tobia Imperato. / I. de Begnac, L’arcangelo sindacalista (Filippo Corridoni), Ed. Mondadori, Verona, 1943, pp. 802-817. DBAI, Vol. II, ad nomen. Sulla vicenda Ducret-Lacombe cfr. J. Maitron, Histoire du Mouvement Anarchiste en France (1880-1914), Societé Universitarie d’Editions et de Librairie, Paris, 1951, pp. 402-403.
ME //
(service de police administrative et judiciaire - Ginevra) / Notes d'Anne Steiner - segnalato come Scalvini PIetro /
GB: risulta a Bulle nell'agosto 1912: Verzeichnis von Anarchisten... agosto 1912, E21/14565 - info di W. Portmann /
|