Emanuele Treglia

Proprietà e anarchia in Proudhon


Fotografia e progetto grafico della copertina di Andrea Crociani.


Introduzione

Capitolo I. La proprietà

Capitolo II. L'Anarchia

Capitolo III. Proudhon a confronto

Appendice biografica

Bibliografia proudhoniana


«"Quale forma di governo preferiremo? - Eh! Potete ben chiederlo, risponde senza dubbio qualcuno dei miei lettori più giovani; siete repubblicano. - Repubblicano, sì; ma questa parola non precica nulla. Res publica è la cosa pubblica e chiunque vuole la cosa pubblica, sotto qualsiasi forma di governo, può dirsi repubblicano. Anche i re sono repubblicani. - Ebbene! Siete forse democratico? - No. - Come! Sareste dunque monarchico? - No. - Costituzionale? - Dio me ne guardi. - Siete dunque aristocratico? - Niente affatto. - Volete un governo misto? - Meno ancora. - Che cosa siete dunque? - Io sono anarchico. - Ho capito: fate della satira contro il governo. - In alcun modo: quella che avete appena udito è la mia professione di fede seria e meditata: benché molto amico dell'ordine, io sono, in tutta la forza del termine, anarchico."

Con queste celebri righe, scritte in Che cos'è la proprietà?, Proudhon fu il primo ad autodichiararsi anarchico, dando al concetto di anarchia, per la prima volta nella storia, una connotazione positiva. È stato Proudhon, quindi, colui che ha dato inizio all'anarchismo consapevole di se stesso, gettando, con le sue teorie riguardanti l'autogestione ed il rifiuto dello Stato, le basi della filosofia e del movimento libertario.»


Agosto 2007

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