Oreste Clizio
Gerolamo Donato detto
IL FARINA
l'uomo che sparò a san Carlo
e altri scritti
Indice del libro
«
Vedi pure o Milano quanto oggidì anco la vanità delle donne! ... Ma tu, donna, che abusi il dono della sanità... vai non solamente per le strade... ma sei ritornata all'uso di quella diabolica inventione di carrozze da ogni lato aperte, dentro le quali spesse volte ti rappresenti anco sola e fai di te pericoloso e pernicioso spettacolo ai giovani dissoluti... vai otiosamente vagando per le contrade, servi al demonio come rete e laccio a prender le anime, come per esca de i vani pensieri e disordinati desideri, e finalmente come istrumento di perditione, rovina e morte eterna a tanti che non sanno resistere agli assalti... per lasciarsi guidare dalla curiosità a uscire fuori di casa...»«Presa la via più corta, a nord-est del Verbano, si
piantò in posizione elevata e fortificata nella Val Mesolcina dedicendosi a processare un
gran numero di donne, infierendo su quelle sposate, a suo dire veri mostri d'inferno.
Quando però alcuni nobili, sostenuti dai fuoriusciti d'ogni parte d'Italia, cominciarono
a levare formali proteste, il nostro scappò zelantemente al galoppo, seguito dal celebre
predicatore Panigarola, dal gesuita Gagliardo, da molti ecclesiastici di virtù e saper
grandi e dal solito enorme stuolo di famigli, birri, carnefici e manigoldi.
Ripreso fiato al bivio della Val Calanca e imboccata questa nuova strada, ricominciò a
purgare la peccaminosa umanità e cammin facendo conobbe (sic) cinquanta
famiglie cadute in eresia e ventidue maliarde, finché arrivò a Disentis, al
di là dello spartiacque, e da qui puntò il dito su Coira...»
Luglio 1998
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