iniziative discografiche a sostegno di a/rivista anarchica
"duemila papaveri rossi"
"people vs. military industry" di eric drooker
"duemila papaveri rossi"
poche parole su questo cd: ne abbiamo sempre scritte tante, spesso davvero troppe, sulle copertine dei “nostri” dischi. stavolta non è così: sono le canzoni a parlare. queste le conoscete tutte: sono scritte da fabrizio de andré, poeta e cantante anarchico.
il bello di questo cd, pensato e realizzato con lo scopo esplicito di raccogliere fondi a sostegno di un giornale anarchico, è che qui dentro non ci sono soltanto degli anarchici: fabrizio cantava per tutti. le canzoni di fabrizio si cantano nelle “nostre” riunioni così come in molte sezioni comuniste, e in chiesa, sotto la doccia, a scuola, nelle case occupate, sulle panchine, nei salotti buoni. senza mai perderne in dignità.
mi ha fatto sempre riflettere la distanza che passa tra i palcoscenici attrezzatissimi dei palaqualcosa e le osterie dove ristagna la puzza del fumo e del vino spanto, tra i bei teatri del centro e i centri sociali costretti a stare senz’acqua corrente, tra gli studi di registrazione iperprofessionali e le cantine umide dove ci si arrangia a suonare. eppure, in tutti questi posti si è fatta festa con fabrizio e per fabrizio, segno esplicito che le sue parole sono arrivate dritte in fondo al cuore senza fermarsi a galleggiare in superficie, sopra l’acconciatura fresca di parrucchiere o la maglietta sporca, per poi scivolare via con una lacrima o una birra, o una risata...
qui dentro trovate le canzoni di fabrizio de andré così come le vediamo noi, i musicisti col nome piccolo piccolo oppure senza nome. noi che ce ne restiamo al margine del mercato, noi che nel mercato non ci siamo mai voluti entrare.
siamo rimasti qui, a guardare fuori dalla nostra finestra che dà sui muri grigi delle periferie delle “città più sicure”, nel nostro accampamento precario dove attendiamo sgomberi e manganellate, nelle nostre stanze da letto e cantine trasformate con la fantasia negli studi di registrazione più attrezzati per scacciare a nostro modo l’idea della guerra.
se le nostre chitarre non piacciono perché suonate male, non importa: a tanti di noi manca la scuola, ma non il cuore. se la nostra voce non piace perché sporca, non importa: è quella che abbiamo, non l’abbiamo educata né nascosta sotto cosmetici elettronici per farla suonare come quelle che siete abituati a sentire alla tv. queste voci sono i mille papaveri rossi che abbiamo da offrire: fiori fragili, impossibili a nascondere in mezzo al grano, i petali pronti a volare via appena s’alza il vento. visibilissimi e sempre presenti ad ogni appuntamento che dà il maggio.
questa era ed è, ripresa pari pari, la presentazione di "mille papaveri rossi": una raccolta del tutto analoga a questa (nel metodo, nell'ispirazione, nelle intenzioni) curata da me e pubblicata da stella*nera nel 2003, poi ristampata da a/rivista anarchica a distanza breve.
c'è solo poco da aggiungere. fin da allora, cinque anni oramai, ho continuato a ricevere con una certa regolarità lettere, messaggi, telefonate di vari musicisti e gruppi del tipo: "ma come, hai organizzato e pubblicato una raccolta di canzoni di de andré e non mi hai invitato?".
il brutto, o il bello a seconda dei punti di vista, è che di buona parte di questi musicisti e gruppi non sospettavo nemmeno lesistenza. dico "il brutto" riferendomi alle mie difficoltà personali: faccio fatica a restare informato sulle cose che mi interessano, arranco dietro a contatti che riesco a malapena a mantenere e che poi inesorabilmente perdo, e cosi via. parallelamente, "il bello" per me in questa storia è accorgersi di quanta gente ho potuto incontrare e conoscere con il pretesto di queste canzoni: tante e tante persone e collettivi che condividono, oltre agli ascolti, certi spostamenti del cuore.
sono convinto di non dire una fesseria affermando che fabrizio de andré, scrivendo quelle sue canzoni e cantandole come le ha cantate, è stato capace di cambiare delle vite, di trovare parole che hanno fatto prendere una certa curva e non un'altra al destino di tanta gente. fa un certo effetto il ritrovarsi a provare a distanza lo stesso identico brivido per un accordo dentro una canzone, ad emozionarsi per una frase detta da un palco ed entrata nella memoria come un virus impossibile da curare, ad accorgersi dello stesso tuffo al cuore per una fotografia che si è fissata dietro gli occhi ed ogni tanto torna a galla, indelebile, nei pensieri.
qui dentro trovate pezzi "doppi", come pure musicisti e cantanti che sono presenti anche nell'iniziativa precedente ed altrove, in altre raccolte. non è un problema: è lo stesso sogno che si rifiuta testardamente di interrompersi, lo stesso discorso incapace di sospendersi, lo stesso innamoramento che non sa riposare. sono contento di ritrovare qui dentro tante persone che ho incontrato, così come sono contento di incontrare anche voi, che decidendo di acquistare questi cd contribuite al sostegno di a/rivista anarchica proprio come anche il mio e vostro compagno anarchico fabrizio de andré ha fatto per tanto tempo. grazie, quindi. grazie per la vostra musica, per la vostra testimonianza. grazie per la vostra pazienza. grazie per la vostra generosità e per questa grande opportunità che mi è data. vi abbraccio tutti, e vi auguro buona fortuna con la speranza di riuscire a contare e cantare insieme, in un futuro non lontano, altri mille papaveri rossi.
questo lavoro è per mia figlia valentina, che ascolta queste canzoni sempre per la prima volta: "tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole...".
marco pandin, settembre 2008informazioni per i "consumatori"
attenzione: questa raccolta non è destinata alla normale vendita nei negozi. è un'iniziativa a sostegno di a/rivista anarchica: potete richiederla alla redazione del giornale in cambio di una sottoscrizione, e riceverla a casa a giro di posta.
"duemila papaveri rossi" non nasconde alcun concorso a premi e non ha velleità promozionali: in questi cd, semplicemente, sono raccolte alcune delle numerose registrazioni che ci sono state spedite in questi ultimi anni. buona parte di queste è di fattura casalinga, in presa diretta in sala prove o dal vivo durante un concerto. non abbiamo tentato di migliorare la qualità del suono: i vari pezzi sono proprio così come li abbiamo ricevuti. questa, dunque, non è e non pretende di essere una produzione musicale di lusso: è un documento della musica che la gente fa, di come e dove la fa. nessuno si aspetta che una fanzine assomigli ad una rivista come "vogue", quindi perché mai il suono dei nostri dischi dovrebbe essere come quello dei gruppi in vetta alle classifiche di vendita?
i musicisti partecipanti hanno autoprodotto ciascuno le proprie registrazioni. nessuno di essi ha dovuto pagare per partecipare. nessuno ha preteso o ricevuto un compenso o un rimborso spese: ogni contributo è volontario. aiutateci a far sì che questo nostro sforzo non si trasformi in un normale oggetto di scambio commerciale: per favore diffondete questi cd, fate sapere in giro che esistono, contribuite come potete.
disegno di fabio santin