testi
1982 2003

nota: ho ricevuto centinaia di richieste per l'aggiornamento di questa pagina. ci sto lavorando, abbiate pazienza.
se trovate errori e/o refusi, se sapete come migliorare le traduzioni, se pensate ci siano delle precisazioni da fare siete i benvenuti:
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stella_nera@tin.it

 























































christ - the album (1983)


reality whitewash
una mano di bianco alla realtà

l'uomo vestito di grigio al volante si guarda attorno, per vedere se c'é qualche sottana da rubare
no, non vuole veramente farlo: sta solo giocando
ognuno a suo modo, la maggior parte degli uomini fa lo stesso
lei pulisce lo specchio del bagno così può sistemarsi la riga sotto gli occhi
è un'esperta in delusioni, un'artista travestita
non é contenta di quello che é, ma fa il meglio che può
non lo fa per sé stessa, lo fa per il suo uomo
intanto lui é fuori a caccia, a setacciare la strada principale nella sua ricerca senza fine di figa
i manifesti sui muri incoraggiano la sua caccia
pubblicità scintillanti, dove gli uomini sono veri uomini e le donne sono delle vere fighe deliziose
chiusi nelle loro automobili, gli uomini hanno nervi d'acciaio
e sognano le charlie's angels mentre stringono forte il volante
fantasticano di clamorose scopate sui sedili posteriori
fantasticano di scopare con una diva del cinema in carne ed ossa
fantasie per riempire il vuoto, per riempire ogni spaccatura
una mano di bianco alla realtà per nascondere una verità che manca
adesso lei sta passando la spugna sul fornello della cucina
sembra che sia tutto in ordine
il pranzo del suo uomo é nel forno
lui ha telefonato che si ferma a fare un po' di straordinario
lei accende la televisione, le da sicurezza, le da conferme sul suo modo di vivere
chi ha mai bisogno di chiedere di più?
lei vede una famiglia felice, sullo schermo
moglie e marito: la perfetta unione sociale, com'é sempre stato
lei si fa un rapido esame di coscienza
ha sempre fatto il meglio che poteva per amare il suo uomo, per onorarlo, per obbedirgli
caso mai le venissero dei dubbi sulla saggezza delle sue scelte
può sempre accendere la televisione, anche a basso volume
la pubblicità e i telefilm, ecco ciò di cui lei ha davvero bisogno
per provare e sé stessa che una vita di noia é più importante di una vita attiva
lei resta seduta davanti alla televisione fino alla fine delle trasmissioni
poi se ne va a letto da sola, contenta
perchè lui, quando avrà finito di lavorare se ne tornerà dritto dritto a casa da lei
intanto, lui butta giù un altro scotch
la signora che é con lui beve una cocacola e gli chiede di sua moglie
lui lo prende come uno scherzo, come una barzelletta: "...senti quella su tu-sai-chi..."
lui ha quello che prende, e prende quello che ha
ha preso la sua donna per stasera, ne prenderà molte altre
lei ha preso un topo per tener lontano il lupo
e, nella sua solitudine, poi forse vorrà avere un figlio
perché segua le orme dei genitori: il sentiero é ormai ben tracciato
fantasia e falsità, verità e bugie
quel fottuto sistema che loro chiamano realtà
il sistema ha bisogno dei suoi servi
ogni bambino che nasce é un servo in più
parlano gentilmente di liberta, mentre sprangano le porte
il sistema ha bisogno dei suoi servi per andare avanti
il sistema ha bisogno di mangime per gli ospizi
il sistema ha bisogno di bersagli per le sue armi


best before 1984 (1984)

angela rippon
angela rippon

appicchiamo il fuoco ai nostri sbagli e li guardiamo bruciare
siamo qui da così tanto tempo che non abbiamo più niente da imparare
mettiamo tutti i pezzetti più schifosi nella scatola dei mass media

angela rippon
kenneth kendal robert dougal richard baker*
mettiamo la merda più schifosa nella scatola dei mass media
ci sentiamo piuttosto bene, riusciamo a muoverci agilmente
certo, io sto imparando che non ho niente da perdere
e ficco tutte le briciole più schifose nella discarica dei vostri mass media
state attenti, cazzo
sto per riuscirci
non devo più fingere


* sono tutti giornalisti del telegiornale inglese

shaved women
donne rasate

donne rasate collaborazioniste
donne rasate traditrici?

cadaveri tutt’attorno
bambini che urlano, bambini che urlano
bambini che urlano, bambini che urlano
donne rasate fomentatrici di discordia
donne rasate che ballano in discoteca
donne rasate che si iniettano eroina
bambini che urlano, bambini che urlano
bambini che urlano, bambini che urlano
in tutta la nostra decadenza la gente muore
in tutta la nostra decadenza la gente muore

bloody revolutions
rivoluzioni sanguinarie

mi parlate della vostra rivoluzione, per me va bene
ma cosa farete quando verrà il momento?
farete gli eroi col fucile in mano?
parlerete di libertà mentre inizierà a scorrere il sangue?
la libertà non ha valore se il prezzo da pagare è la violenza
io non voglio la vostra rivoluzione, io voglio anarchia e pace
dite di voler abbattere il potere con la violenza
parlate di liberazione e di quando comanderà il popolo
adesso non è forse il popolo che comanda? quale sarà la differenza?
siete solo un gruppo di fanatici coi fucili puntati contro di me
cosa ne farete di quelli che non vorranno obbedire alle vostre nuove leggi?

e di quelli che si opporranno perché credono nelle proprie idee?
dite che hanno torto solo perché non la pensano come voi
quando verrà la rivoluzione dovrete proprio farli fuori tutti quanti
dite che quando verrà la rivoluzione ci sarà la libertà per tutti
ma la libertà non è libertà quando si hanno le spalle al muro
indottrinerete le masse per servire il vostro nuovo regime?
vi libererete delle frange più estremiste con un semplice colpo di spugna?
le istruzioni per il trasporto dei cadaveri lasciatele pure alle ferrovie britanniche
se caso mai il gas del mare del nord non funzionasse, provate con il zyklon-b
è la solita vecchia storia, l’uomo distrugge l’uomo
dobbiamo cercare altre risposte per i problemi del nostro paese
viva la rivoluzione, popoli del mondo unitevi
in piedi, uomini coraggiosi: è vostro dovere combattere
il gioco della rivoluzione sembra così facile
ma quando si farà sul serio le cose saranno diverse
le vostre teorie intellettuali sul futuro non sembra tengano conto della realtà
perché la verità delle cose che dite, mentre ve ne state seduti a bere birra
non è che dolore, sofferenza, morte
ma è chiaro che non ve ne frega niente
siete troppo uomini per questo: se mao ce l’ha fatta potete farcela anche voi
cosa significa la sofferenza di pochi in confronto alla libertà di tutti?
è lo stesso ragionamento che ha ammazzato dieci milioni di ebrei nei campi di concentramento
la stessa logica assurda di chi ha in mano il potere
non crediate di imbrogliarmi coi vostri trucchi politici
il governo è governo, tutti i governi opprimono
destra o sinistra, sinistra o destra, funziona tutto alla stessa vecchia maniera
oppressione e repressione, restrizioni, leggi e regole da rispettare
la vostra rivoluzione significa solo prendere il potere
romanticizzate i vostri eroi, citate mao e marx
ma avete trasformato le loro idee di libertà in idee di oppressione
non è cambiato niente per i morti provocati dalle loro idee
è sempre lo stesso gioco fascista, ma i ruoli non sono ben chiari
niente è differente perché ogni governo è uguale
si può anche chiamarla libertà, ma si tratta di schiavitù
voi non offrite niente, solo i sogni dell’eroe dell’anno scorso
la verità della rivoluzione, fratello, è l’anno zero

nagasaki nightmare
incubo di nagasaki

sono sempre lì, alti nel cielo
incubo di nagasaki
bellissimi agli occhi dei generali
l’hanno fatto una volta, lo faranno ancora
ci bagneranno tutti della loro pioggia mortale
bambini pescatori nelle acque imperiali
i nostri figli e le nostre figlie coi loro innamorati
fiori di ciliegio sui rami
un lampo accecante, poi più nulla da vedere
muoiono, stanno ancora morendo uno ad uno
tenebre sulla terra dove nasce il sole
avete imparato la lezione?
no, non interessa davvero a nessuno
è facile tacere solo per coprire la paura
e allora muoiano, muoiano, muoiano nell’incubo
muoiano nell’incubo, nell’incubo, nell’incubo
rimarrete ad aspettare che succeda ancora, senza fare niente?
incubo di morte sotto la pioggia mortale
e allora vivano, vivano, vivano nell’incubo
e allora muoiano, muoiano, muoiano nell’incubo
incubo che arriva con la pioggia mortale
incubo, incubo, pioggia d’incubo
energia creata dall’uomo, dolore inferto dall’uomo

pioggia mortale, pioggia mortale

lo faranno ancora
ci bagneranno tutti della loro pioggia mortale
pioggia mortale, mortale, mortale
incubo di nagasaki

how does it feel?
come ci si sente?

quando ti sei alzata stamattina il tuo sguardo era duro come la roccia
i tuoi occhi azzurri e bianchi, come al solito, ma stranamente circondati da qualcosa di nero
non va molto meglio, la tua voce può solo lacerarsi e tu urli invano
forse qualcuno sente quello che dici, ma la notte tu rimani ancora da sola
devi urlare così tanto per poter capire il silenzio
urlare come un’ossessa tappandoti le orecchie per non ascoltare il silenzio
anche quando non è rimasto che silenzio
come guardare il vento dalla finestra: tu lo vedi, ma il vento non riesce a sfiorarti
non abbiamo mai voluto la guerra
nell’innocenza della nostra nascita ne eravamo inconsapevoli
non abbiamo mai voluto la guerra
nella nostra lotta per comprendere non ne abbiamo mai sentito il bisogno
non abbiamo mai voluto la guerra
tra i colori gioiosi della nostra giovinezza non eravamo consapevoli delle sue tenebre

come ci si sente?
come ci si sente ad essere madre di mille morti?
quei ragazzi adesso riposano, tombe fredde scavate nella terra gelida
come ci si sente ad essere madre di mille morti?
occhi incavati, adesso perduti per sempre, orbite svuotate da una morte inutile
la tua arroganza ha sventrato questi corpi strappandogli la vita
la tua falsità li ha ingannati, li hai convinti che il loro sacrificio è valso a qualcosa
le tue menzogne hanno convinto la gente ad accettare questo sangue versato inutilmente
il tuo lurido orgoglio ti ha sollevata dai dubbi che avresti dovuto porti
sorridi dritto in faccia alla morte proprio perché sei orgogliosa e vuota
la tua disumanità crudele ti impedisce di renderti conto del dolore che hai inflitto
del dolore che hai voluto, che hai creato, che hai ordinato
sono stati i tuoi ordini che hanno massacrato questi ragazzi
non hai mai voluto né pace né negoziati: sin dall’inizio hai guardato con bramosia alla guerra e alla distruzione
la tua ragione intrisa di sangue ha escluso qualsiasi altra scelta
la tua derisione ha fatto tacere le voci più moderate
sei stata così accanita nel tuo gioco sanguinoso, così impaziente nel voler combattere la tua guerra
donna di ferro* col cuore di pietra così desiderosa di impartire la tua lezione
una lezione che hai voluto a tutti i costi, che hai imposto, che hai ordinato
sono stati i tuoi ordini che hanno massacrato questi ragazzi
nel corso della storia tu e i tuoi simili vi siete appropriati dei corpi dei giovani per spezzarli e smembrarli in guerre schifose
con quale diritto hai profanato quelle nascite?
con quale diritto hai affondato i denti su quella carne?
con quale diritto hai sputato sulla speranza questa follia orribile che hai imposto
follia che che hai stabilito, che hai voluto, che hai ordinato
sono stati i tuoi ordini che hanno massacrato questi ragazzi
ci hai accusato di non aver rispetto per i morti
ma sei stata tu a massacrare il nostro orgoglio nazionale
quanto te n’eri curata prima?
che rispetto hai avuto quando hai fatto seppellire questi corpi nelle fosse comuni?
li hai fatti seppellire in fretta
loro ti avevano dato tutto quello che avevano
la loro unica vita sprecata nell’inferno che li hai costretti a vivere
l’inferno che hai voluto, che hai imposto, che hai ordinato
sono stati i tuoi ordini che hanno massacrato questi ragazzi
strumentalizzi questi morti per i tuoi luridi scopi, usi i cadaveri come ricatto morale
dici: “pensate a quello che hanno sacrificato questi ragazzi…”
proprio mentre tenti di incatenarci alla tua morte vivente
il nostro pensiero è per loro, ghiacciati e silenziosi nella brughiera coperta di neve
immobilizzati per sempre dalla violenza che gli hai fatto
dalla violenza che hai voluto, che hai imposto, che hai ordinato
sono stati i tuoi ordini che hanno massacrato questi ragazzi

* "the iron lady", donna di ferro, era il soprannome di margaret thatcher

the immortal death
la morte
che non muore

i nostri ragazzi sono tornati uomini, i nostri uomini
i nostri uomini sono tornati, amen
le prede di guerra, l’eroe, gli amici
uomini messi insieme a forza per la guerra
mandati a combattere per la gloriosa bandiera inglese
la stessa bandiera sventolata dai mille rimasti a terra a salutare con la mano in segno di addio
le ragazze si spogliano, si tolgono camicette e gonne
la folla trascinata ne vuole sempre di più
e gli uomini sentono che vale la pena combattere
tutto se n’è già andato via, sue la sexy e jane la provocante
le foto in posa da portare in battaglia
le mascotte che contrassegnano ogni aeroplano, ogni fucile
simboli di morte
simboli di uomini nel nome dei quali noi veniamo massacrate come bestie
in ogni guerra che si rispetti c’è un nudo di donna attaccato al muro per tenere alto il morale degli uomini
per tenerli sani e allegri
che divertimento, ragazzi, è un divertimento innocuo: e quando sbarcheremo, ragazzi, chi andremo a violentare?
ah, le prede di guerra, le mutande, i reggiseni
fantasie che tengono su il morale mentre tutt’attorno scoppiano le bombe
e tu brancoli nel buio dei sogni con gli occhi sbarrati guardando i cadaveri contro cui hai combattuto
i nostri ragazzi se ne sono andati
i nostri ragazzi se ne sono andati per sempre
i nostri uomini sono tornati, mutilati ed ustionati
i nostri uomini sono tornati, amen
i cannoni puntano lontano verso la terra e sottocoperta i marinai giocano a freccette
i capezzoli sonoil centro del bersaglio, la testa vale meno e non si fanno punti se si colpisce il cuore
jane la ben fatta, 25 anni, dice: “nessuna ragazza normale può negarlo: gli uomini mi piacciono, intendo gli uomini veri
sono lì per essere catturati ma è così frustrante se sei già sposata o fidanzata…”
spogliatevi tutte, ragazze, e sognate quei bravi soldati focosi e giovani così coraggiosi
mandategli una giarrettiera, una croce da mettersi al collo
promettetegli l’amore eterno perché presto saranno nella tomba
questi giovani che marciscono sott’acqua, morti nel compimento del loro dovere
annegati in mare
si sono persi le “mutandine invincibili” in bella mostra sul sun, terza pagina
i corpi della guerra, le pin-up, il cadavere

carne perfetta, carne straziata

un seno ricurvo, rosa e seducente
un seno denudato e lacerato
le braccia che ti invitano, le gambe aperte
uno sguardo ammiccante e una strizzata d’occhio
le braccia a brandelli, le gambe mozzate
la faccia che si sta decomponendo e puzza
il male della guerra, tutti gli uomini che sono morti
buona fortuna e fa’ presto, vattene
la madonna è là, spogliata del tutto accanto alla porta ti sta mostrando la strada
i nostri ragazzi se ne sono andati
i nostri ragazzi se ne sono andati per sempre
i nostri uomini sono tornati, mutilati ed ustionati
i nostri uomini sono tornati, amen
l’uomo che usa, l’uomo che abusa, l’uomo che conquista, l’uomo che sfrutta
a conferma della gloria maschile la donna viene stuprata e i militari trovano per lei un nuovo nome: puttana
i loro corpi lacerati, sfigurati, la loro vita non sarà più la stessa
ancora attaccata al muro, sal la provocante sorride mentre l’incubo è rimasto impigliato nel suo dolore
il suo corpo, ancora perfetto e seducente, è macchiato dal sangue e dalle lacrime
e il corpo del soldato è ancora lì, confuso e spaventato volge le spalle alla verità di cui ha paura
i suoi amici sono stati ammazzati tutti
perché la guerra si combatte sulle menzogne
la pin-up resta lì, per sempre: immortale mentre tutto intorno muore
i nostri ragazzi se ne sono andati
i nostri ragazzi se ne sono andati per sempre
i nostri uomini sono tornati, mutilati ed ustionati
i nostri uomini sono tornati, amen

beg your pardon
chiedo scusa


date tutto per scontato, distorcete la realtà
raccogliete l’acqua dalla cantina quando il tetto è pieno di buchi
all’inizio, hanno detto, è stata fatta la luce: beh, non ce n’è rimasta molta adesso
siamo persi nell’oscurità, cerchiamo di sentire o di vedere una risposta al cosa, al dove, al come
parliamo di libertà restando chiusi a chiave dentro a una cella
sognamo un mondo senza più guerre, costretti a vivere sull’orlo dell’inferno come se nessuno mai prima avesse pensato alla pace
a quale scopo predicare la pace se è qualche cosa che non si sente?
a che scopo parlare d’amore se all’amore non ci si crede?
dov’è la speranza nella disperazione? dov’è la verità nelle bugie?
non tenermi per mano se non ce la fai a guardarmi negli occhi

all’inizio, hanno detto, è stata fatta la luce ma qualcuno deve aver staccato la corrente
adesso siamo tutti perduti dentro a una notte eterna, in cerca di una candela
tante candele, speranze isolate fiammelle deboli nella tempesta
tante piccole persone che non riescono a farcela e continuano a sbattere la testa contro al muro
a quale scopo parlare di libertà se si bada soltanto a proteggere se stessi?
a che scopo predicare di condivisione quando si pensa solo ad arricchirsi?
è così facile dare se le cose che dai non sono vere
è così facile mentire se non dai importanza a ciò che senti
all’inizio, hanno detto, è stata fatta la luce ma noi non abbiamo mai avuto occhi per vedere
e invece di lottare e combattere siamo scappati via
nessuno desidera prendere secondo il proprio bisogno: è più facile arraffare più che si può
ognuno ce la mette tutta, costi quel che costi, a costruire castelli sulla sabbia
ipocrisia, delusione, menzogne, bugie, inganno
pensa solo per te stesso e il mondo sarà ai tuoi piedi
non credo a quello che mi dite: rendete la verità una stupidità senza valore
il vostro gioco è disgustoso: il vostro modo di vivere ne è la prova
all’inizio, hanno detto, è stata fatta la luce
ma io sono stanco di stare a sentire le loro bugie, sono stufo di essere ingannato
combatterò, questa volta guarderò con i miei occhi
sarò io a decidere, voglio vivere la mia vita
che si tengano pure le loro tenebre e il loro squallore
ipocrisia, fregature: non ne posso più
che si tengano pure la loro distruzione e il loro destino triste
ho una vita soltanto e la voglio vivere a modo mio
che si tengano pure le loro leggi e le loro regole
e se la pensano diversamente ho solo una cosa da dirgli
andate tutti affanculo, la vostra è solo una storia vecchia

you're already dead
se
i già morto

attenzione
affanculo il potere americano. affanculo il potere russo. affanculo il potere britannico. affanculo tutti i poteri
attenzione
questi ignoranti pezzi di merda si stanno armando per l’annientamento totale, e la chiamano pace nel mondo: stronzate

calmo. schedato. sta' in riga. bene così. hai perso la voce?
non hai scelta. sta' al gioco. zitto ed addomesticato
fa' lo spettatore passivo
resta seduto a guardare il mondo che hanno distrutto e la pace che si sono presi
non fare domande, così non sentirai bugie e vivrai nella comodità di un paradiso per idioti
sei già morto
sei già morto
sei già morto
sei già morto
se hai deciso di restare a guardare, ecco un messaggio per te: sei già morto
se hai paura di fare quello che sai dovresti invece fare, sei già morto
il mondo è sull’orlo della distruzione nucleare, ma tu hai troppa paura di pensare
credi ancora che il sistema esista per proteggerti: sei già morto
sei già morto
sei già morto
sei già morto
sei già morto
se lasci che accada tutto questo senza ribellarti, sei già morto
con le tue discussioni interminabili su cosa è giusto e cosa è sbagliato, sei già morto
non cambierà mai niente se non si è disposti ad agire
non serve a niente lamentarsi e basta
se sei contento di essere un numero, marchiato e impacchettato, sei già morto
sei già morto
sei già morto
sei già morto
sei già morto
quattrocentomila persone alla manifestazione del cnd: sono già morti
a meno che non decidano di fare qualcosa invece di stare a guardare, sono già morti
se ciascuno fosse disposto a combattere contro il sistema che crea la guerra
quelli che comandano dovrebbero scappare via: sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti
non abbiamo bisogno di un’organizzazione né di uomini politici condiscendenti
non abbiamo bisogno di capi, di sinistroidi alla moda ed educati
non abbiamo bisogno delle loro prediche né delle loro bugie
li abbiamo già ascoltati abbastanza quei politici bugiardi, contrari alla guerra solo a parole
non ci servono le loro bugie pericolose
non accetteremo la resa, vogliono solo manipolarci
vogliono tutto facile ma le parole e i bei gesti non bastano
dobbiamo rifiutare tutti i capi e la merda che ci danno da mangiare
sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti
se credi che la moderazione possa portare alla pace, sei già morto
se pensi che la moderazione sia sufficiente contro l’esercito e la polizia, sei già morto
noi non vogliamo la violenza inutile, quella la lasciamo agli imbecilli
stiamo solo dicendo che vogliamo combattere le loro regole ed infrangere le loro leggi
fategli sapere che più forti si terranno saldi al potere, più forte cadranno
sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti
se vogliono giocare sporco, anche noi giocheremo sporco: sono già morti
se vogliono continuare a mentire chiamando questa la terra della libertà, sono già morti
gli abbiamo permesso troppo spesso di usare con noi il pugno di ferro
ma c’è un dettaglio che sembra essergli sfuggito
il fatto che siamo pacifisti non significa che siamo anche remissivi
sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti
cercheranno di venderci il sistema come una specie di saggezza antica
ma è una vecchia storia che conosciamo bene: i ricchi che sfruttano i poveri
ecco una confessione onesta: noi pensiamo che sia giunto il momento di dargli una lezione
hanno tentato di schiacciarci, ma noi ci siamo semplicemente nascosti sottoterra
ci muoviamo nel buio in cerca della luce, in cerca di un futuro

siamo pronti a combattere
per la libertà che ci è stata negata
attaccheremo veloci, e veloci ci nasconderemo
la gente deve imparare a distruggere questo mondo insopportabile
e se i ricchi non sono disposti a condividerlo, vorrà dire che ce lo prenderemo tutto
sono già morti
sono già morti
sono già morti
sono già morti

don't tell me you care
non ditemi che ve ne importa


voi, disgustose teste di cazzo, voi avete portato via tutto
spettri dagli occhi immondi e i coglioni viscidi
padroni maledetti dal coltello facile
amministratori col sorriso perverso in faccia che arraffate tutto il possibile finché potete
danzate sulle cataste di morti
li accarezzate coi vostri artigli astuti
li infilzate uno a uno sui capi di battaglia
sono quei cadaveri decomposti che vi aiutano a restare lì sopra
voi, disgustose teste di cazzo, voi volete tutto
legate le mani dei bambini appena nati e gli spaccate la testa
spaccate il loro cranio fragile per estrarne il cervello e renderlo inutilizzabile
ladri e assassini, vi impossessate della loro mente e la fate a pezzi tra i denti
li nutrite di orgoglio nazionalista, li costringete a sacrificarsi per il progresso
ma non il loro progresso, bensì il vostro
cani rognosi che vi contendete i cadaveri
voi, disgustose teste di cazzo, voi rendete tutto carne morta al vostro passaggio
non parlateci di giustizia e di rispetto, moralisti da salotto pieni di merda
quale diritto avete di disporre delle vite degli altri?
perché potete distruggere, ammazzare e schiacciare?
è per la vostra sicurezza che la gente si dissangua
è per le vostre definizioni che la gente muore
ammucchiate i vostri eroi morti con la stessa noncuranza di un qualsiasi impiegato d’ufficio
voi, disgustose teste di cazzo, avete già preso tutto
spettri dagli occhi immondi brulicanti di vermi
vecchi segaioli stanchi circondati dalle guardie del corpo, puttane muscolose con una calibro 45 in pugno
macellai telecomandati e vigliacchi
ladri idioti che cagano pallottole e proteggono il vostro fallimento senza cuore
mentre negate la vergogna della vostra trascuratezza
tutto quello che sapete vedere è il vostro successo bestiale
maledite i morti e vi spaventa il disordine
voi, egoisti teste di cazzo, vi siete presi tutto
ci ingannate quando dite che la vostra vittoria è anche nostra
mentite quando dite che quello che prendete, lo prendete per noi
la vostra ambizione inaridisce la vita
le vostre soluzioni sono vecchie urla di guerra
siete morti e spacciatori di morte, cercate altrove qualcuno che sia disposto a laccarvi il culo
la faccia che restituisce il vostro specchio riflette la realtà del vostro orrore
e allora non ditemi che ve ne importa, facce di merda
avete tradito i morti e maledite la vita
mangiate la vostra merda, capi del paese
affanculo la fortezza di downing street
lasciateci fuori dalla vostra follia
compratevi della vaselina e lubrificatevi il buco del culo
cagate a casa vostra e mangiate la vostra merda
questo è il nostro mondo



ten notes on a summer's day (1985)

ten notes on a summer's day
dieci note in un giorno d'estate

i.
toccami con normalità, la fanciullezza che non ho mai avuto
anch'io avrei potuto essere ariano tra l'erba che cresce
tra gli applausi dei bigotti che ridono sguaiati quando mi guardano
l'età non è di conforto, e scegliere è sempre più difficile
la porta della prigione chiusa a chiave con i loro pregiudizi
e il mio desiderio semplice di vivere una vita diversa
non riusciamo a adattarci e scegliere è sempre più difficile

ii.
seduti sui banchi di scuola, sapienti come degli stolti,
leggendo l'ovvietà come fosse stata saggezza
la mia testa china
vedo la luce del sole attraverso le assi di legno
"oh, se solo fossimo liberi..."
un sospiro timido contro il rumore della penna sul foglio
storie come queste sono documentate da duemila anni
equazioni e formule: leggi statiche
mi allontano dai miei libri, volumi vuoti come la scuola
la vita, se ci fosse anche stata, è scivolata via
alla luce del sole

iii.
l'irritabilità è una bambina graziosa che gioca sulla riva del fiume
alice stringe tra le mani dei mazzolini di fiori
come rosari sensuali
il girotondo, bambini affamati e cervello pigro...
l'irritabilità è una bella bambina
che passa il tempo a divertirsi sulla riva del fiume
sprizza materia fredda dalla testa di un pesciolino
e cos'altro, se non materia grigia?

iv.
l'oscurità è un gioco cui partecipiamo pigri
succhiamo dal paradiso come fosse un nocciolo di pesca
togliamo via tutto, ma non la vita
sogni di bambino
maledetti dall'immondizia schifosa della consapevolezza
così pura l'immaginazione, così puri i ricordi
così pura l'immaginazione
ci nascondiamo tra le fessure
come se il loro uso a canali di scolo ci fosse sconosciuto

v.
come abbiamo deriso la stranezza e l'incapacità
coltellate alla schiena della nostra coscienza
abbiamo visto i porci strangolare i nostri compagni
e siamo fuggiti schifati da quella scena
qualcuno è rimasto a condividerne il destino
nausea
nausea
siamo stati invitati alla festa e ci siamo intossicati con dei panini schifosi
abbiamo assaggiato la malinconia e l'orribile risata vuota dell'élite sociale
nausea
indietro, indietro, indietro, indietro
tazze di tè tenute con garbo
dita aggraziate puntate verso il cielo
un avvertimento?
nausea

vi.
se fondaste sul mio sangue questa società libera
cosa accadrebbe?
i vostri pregiudizi meschini vi spingerebbero nella cattiveria?
forse, non c'è già la pace sulla terra?
non siamo forse noi, personalità separate, le uniche parti che si combattono?
auspico l'unione proclamando il mio amore e la mia pietà
trasformerete tutto questo in una merce
in un vantaggio
in una qualche cosa da possedere?

vii.
ci siamo esercitati all'arte della tragedia come fosse un passatempo
consumati dalla sua etica
consumati, certo
consumati
abbiamo annunciato l'amnistia, e visto noi stessi riflessi
oh, ragazzino soldato, avvolto nell'oscurità e nella morte
cerchiamo i nostri nomi sulle lapidi dell'orribile cimitero
consumati, certo
consumati

viii.
se ti fermi per chiedermi: e adesso? dove si va adesso?
ti aspetti davvero una risposta da me?
non è più semplicemente dalla tua coscienza che tu cerchi una risposta?
io posso soltanto dire una cosa, o un'altra
con la speranza che si riesca a trovare un punto comune
così conosciamo meglio noi stessi
e un po' l'uno dell'altro

ix.
ci siamo nutriti dei dolci della vanità
offesi dalla nostra immagine
chi avrebbe mai detto che le scimmie
fossero in grado di prepararsi il the da sole?

x.
quelle ombre scure sembrano mosse da qualcuno
dove il mare s'infrange senza pietà sulla spiaggia, è la sicurezza della terraferma
nel più profondo del mare regna spesso una strana calma


oh, america (2003)

oh, america
oh, america

diversa dal gigante di bronzo dell'antica grecia
le gambe conquistatrici a cavallo delle due sponde
presso i cancelli bagnati dal mare al tramonto
è posta una gigantesca donna che impugna una torcia la cui fiamma è lampo imprigionato
il suo nome è libertà, madre degli esuli.

oh, america, piange lei con labbra silenti
dammi gli spettri della gente che hai distrutto e il cui paese hai razziato
così che possa imparare la loro saggezza antica
e mi possa essere mostrata una strada verso la consolazione
dammi gli spiriti di chi hai trascinato sin qui in catene attraverso mari oscuri
così che le catene della storia possano essere spezzate
ed essi possano riunirsi finalmente con gli spiriti dei propri antenati
dammi una terra che sia libera da possesso e recinzioni
una terra che non sia profanata dagli artigli stretti della cupidigia
e che non sia inaridita dal fuoco delle tue guerre infinite
un posto che non sia stato portato via con la forza a qualcuno
dammi una casa semplice che non sia il castello di un ricco
e che non sia posta a difesa contro la vita ma che sia conferma della vita stessa
dammi un tetto che sia un riparo per l’amore e non per l’avarizia
dammi oceani che non siano terreni di caccia e continenti che non siano campi di massacro
dammi aria che non sia contaminata dal fumo delle ciminiere del commercio senza freno
dammi acqua che non sia contaminata dalla tua doppiezza melata
dammi del cibo che sia frutto di lavoro onesto e non maledizione di schiavitù spregevole
dammi un letto che sia celebrazione di gioia di libero pensare e non di lascivia senz'ali
dammi amore che non sia un surrogato d’amore, che non sia prostituzione
un amore che non sia distorto dalle rapine di hollywood
dammi i tuoi corpi liberi dalla vanità, corpi che non siano silicone né celluloide
corpi che non siano assemblaggio grossolano del bisturi di un chirurgo
corpi che non siano avvolti nel sudario della moda pacchiana
spogliati dell'obesità di narciso, che io possa vederti finalmente nuda ed orgogliosa
dammi un sogno che non sia il tuo sogno, perché prima dovrai riscriverlo.

oh, america, non hai visto?
tra le fiamme alte, le ricchezze sono colate giù in rivoli di miele dolce dalle tue casseforti
raccogliendosi in fiumi sui pavimenti di marmo dei tuoi supermercati
a scorrere lasciandosi indietro impotenti le guardie di sicurezza
disarmate dalla propria confusione
per riversarsi sulle tue strade lastricate d'oro e di tizzoni ancora accesi
travolgendo quel teatro di tristezza, le secche insidiose degli agenti di borsa cocainomani
i mediatori imbottiti di prozac e gli azionisti accecati dal valium
tutti a gettarsi a capofitto per spartirsi il guadagno sfruttando l'altrui perdita
pirati senza nave che agitano l'unico occhio rimasto a caccia dell’ultima fortuna
a chi importava davvero da dove proveniva la tempesta?
intanto sotto le macerie si lottava per un filo d'aria
e giù nelle grotte nessuno, se non le vittime
lucenti e gonfi a passeggio sui marciapiedi
a indirizzare sguardi dolci e vuoti a manichini di plastica con addosso il vestito buono
impellicciati di animismo svuotato, a scambiarsi sorrisi sintetici e vacui
chissà chi sarà l’ultimo a ridere
nessuno sapeva chi o cosa, a nessuno importava: erano fatti d'altri
soffocando tra la nebbia di falsità che ha accecato tutto e tutti come la polvere ed il fumo
eppure con la sensazione profonda di essere complici del massacro
i grassi padroni delle multinazionali
furono aiutati ad alzarsi dai sedili in pelle appiccicosi delle loro limousine superallungate
e condotti ai propri uffici privati ed illegali
eccoli a fumare sigari grossi come le più grandi fantasie falliche
e a gocciolare saliva su menu specialissimi per nutrire la propria dispepsia
ed ecco poi che ruttano e vomitano, i campioni dell'usura
speculando sul saliscendi del solco dei seni delle loro accompagnatrici adolescenti
e sugli investimenti solidi come roccia appesi ai loro colli
oh sì, i diamanti sono i migliori amici d'ogni ragazza, e i peggiori nemici d'ogni moglie
le manette stringono i polsi dei poveri disperati costretti a strapparli dalle viscere della terra
saziati sino all’eccesso
ossessionati da quell’oro liquido che ora minaccia di soffocare persino la loro innata ignoranza
i padroni strinsero le chiappe grasse e spinsero avanti le mani di porco
verso la carne imbellettata delle accompagnatrici ormai stanche
a cercare di succhiare quel sangue vitale
che nella propria decadenza raggrinzita non hanno mai conosciuto
e nella delusione di questo inferno edonistico si accesero le luci al neon
e s'alzò un urlo sguaiato dai cartelloni pubblicitari posti sopra alle bare
il messaggio era sempre lo stesso: chi non è con noi, è contro di noi
consumate, quindi
e nella loro impotenza autoimposta, le folle furono felici di obbedire
il vecchio mondo frettolosamente gettato tra i rifiuti, ed il nuovo avvolto in carta regalo
omaggi da due soldi, ninnoli e spazzatura: le bombe a grappolo del consumismo
i soldi sono passati per mani diverse, ma sono andati a finire nelle stesse tasche di sempre
amici o nemici? a chi importa davvero?
si vive solamente una volta, così è, e basta
la sostanza è semplice, questa era ancora la capitale del capitalismo postmoderno
il suo centro, cuore ed anima
non si poteva far altro che andare più a fondo nel ventre della bestia.

non pensare: compera
non fermarti: spendi i tuoi soldi
da’ a te stesso una prova della tua esistenza
consuma, o sarai distrutto
ciao bambino. compra, compra…

oh, america, dammi valori liberi dalla tua psicosi di stella filante
liberi dal tuo blaterare sciovinista, liberi dalla tua missione terribile
dammi una giustizia che non sia ripicca ardente della tua vendetta
dammi una pace che non sia un prodotto di guerra, e che dalla guerra non dipenda
dammi speranza dove c’è solamente disperazione
dammi un futuro che non sia la tua odiosa crociata
dammi libertà dove ora c’è solo sottomissione
dammi una faccia ora che l’impersonalità è normalità
dammi una musica che sappia nutrire l’anima invece che depredarla
dammi un tempo che non si misuri con il castigo dei tuoi dollari sporchi
dammi l’onestà della ragione e del rispetto e non la fuga comoda del razionalismo superficiale
dammi tutti coloro che hanno cantato sinceramente le tue lodi, e che ora tu profani
whitman, steinbeck, ginsberg, pollock e rothko, ayler e coltrane
possano cantare ancora dell’amore supremo
dammi i tuoi filosofi, così che possiamo volare alti sul nido del cuculo della tua pazzia
dammi i pazzi, gli sbandati, le puttane e gli sballati che ora disprezzi
e dammi tutti quelli che sono stanchi
dammi i tuoi poveri, le folle raccolte che aspirano alla libertà
ma dammi anche tutti quelli che, in ogni angolo del pianeta
hai reso schiavi della tua misera moralità e della tua potenza militare
e noi aspetteremo
dammi tutti quelli che sono rimasti senza una casa
e noi uniremo le nostre lotte, lontani da te
poiché, mentre attendo la tua guarigione
non posso offrire a nessuno di questi una casa.

penny rimbaud, aprile/maggio 2002

   

 

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