siete già morti
il punk, certo. ma quale punk? in un modo o nell'altro è divenuto parte del grande circo della società. musica da ballo per delle teste di cazzo, o l'espressione più genuina della nostra rabbia e della nostra disperazione? c'è una linea sottile che separa ciò che semplicemente si aggiunge alle porcherie che strangolano la nostra vita, e ciò che invece offre un senso, una speranza, dignità e un futuro. la sapete vedere la differenza?
siamo stati traditi dalla stampa musicale e, peggio, dagli stessi gruppi punk. è una vecchia storia che abbiamo già sentito: la rivoluzione bussa alla nostra porta... eppure, succede ancora. tanta gente con tante parole in bocca, ma a quanti importa davvero? è facile apparire rivoluzionari nelle pagine di sounds, ma non è altrettanto facile esserlo nel libro della nostra vita. il punk è diventato un surrogato di sé stesso, una fuga dalla realtà, una cosa essenzialmente noiosa. non ce ne frega niente delle rock stars. non ce ne frega niente delle foto a colori dei nostri eroi sui giornali musicali. vogliamo la vita, e non ci accontenteremo di meno. il futuro ci appartiene, e siamo disposti a combattere per riprendercelo.
è mai stato, il punk, una forma di protesta? non è forse sempre stato un'altra maniera di evadere? sei anni fa c'è stato offerto un contratto da una grossa casa discografica: quello stronzo che la dirigeva ebbe sul serio il coraggio di dirci che noi potevamo "vendere la rivoluzione". voleva che noi fossimo solo un altro prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori. disse che avrebbe "trasformato la nostra rabbia in una fonte di guadagno", che avremmo fatto parte di un pacchetto di "gruppi di protesta". al nostro rifiuto, disse che "non ce l'avremmo mai fatta" senza di lui. fare che cosa? un ufficio squallido in centro? pagine e pagine di interviste sul new musical express? ne è passato di tempo: adesso lui fa il manager dei culture club. ce l'ha fatta: intendeva questo? certo è plastica abbastanza, è vuoto, superficiale, disgustoso e renumerativo abbastanza. e allora, lui e gli altri ce l'hanno fatta, e come loro tutti quei porci che credono che il denaro e il successo siano la misura della vita.
cazzo, c'è vita oltre al consumismo, oltre alla merce, oltre alla plastica. per trovarla, quella vita, non dobbiamo smettere mai di cercare dentro di noi: una volta che lavremo trovata, dovremo anche essere disposti a combattere perché quella luce non si spenga mai.
dalla bomba, che ci viene opportunamente venduta come "the day after" [il giorno dopo], alla porcheria sintetica che ci ritroviamo sul piatto, che ci viene opportunamente venduta come "cibo": ci viene continuamente offerta merce superflua come supplemento irrinunciabile alla "vita vera". un film dell'orrore sugli effetti del dopobomba serve a prepararci alla "vita vera" e ad intrattenerci mentre aspettiamo che accada sul serio. nel frattempo, i produttori del film hanno incassato milioni di dollari. il governo non permetterà mai che vengano trasmesse in televisione delle immagini raccapriccianti perché potrebbero sconvolgerci, eppure sembra che non ci sia niente di male in questo documentario romantico dell'orrore: è perché loro hanno la bomba e noi solo degli strumenti innocui. tutti gli elementi a nostra disposizione suggeriscono che chi controlla la bomba sia già così sconvolto da non temere niente dallesposizione a un brutto film di hollywood. è confortante immaginare che se "the day after" fosse stato girato vent'anni prima, potrebbe esserci stato ronald reagan nel cast, magari nella parte del bravo medico. se un giorno arriverà la "vita vera" avremo l'opportunità di recitare tutti: ognuno potrà essere protagonista, ognuno potrà fare l'eroe, ognuno potrà essere l'unico sopravvissuto, proprio come nel film.ci vendono porcherie come "the day after" che offrono null'altro che superficialità. proprio come il nostro cibo, artificiale al 100%. proprio come la nostra vita, fatta di illusioni e falsità al 100%. mentre ci vendono questa merce, i ricchi se la ridono e continuano ad arricchirsi: ci accontentiamo di ingoiare un big mac mentre loro si cibano di quaglie ed arrosto di cervo, ce la spassiamo davanti alla televisione mentre loro ci preparano la "vita vera" e si divertono guardando pornografia estrema, proprio come l'elite di beverly hills. noi però non vogliamo quello che loro hanno. a chi serve quella porcheria schifosa? perché mai dovremmo svenderci per quelli che loro credono siano i nostri bisogni? noi siamo in grado di prepararci da soli il cibo e di divertirci come meglio ci aggrada: non abbiamo certo bisogno della loro plastica. quella plastica serve a loro: ne hanno bisogno per mantenere il loro scandaloso tenore di vita. sfruttano vergognosamente gli abitanti e le risorse del terzo mondo, e sfruttano pure noi vendendoci ciò che hanno rubato. fa tutto parte del consumismo, di quella menzogna ben confezionata che siamo costretti ad accettare come "realtà".
dov'è il nostro posto in questo circo? il nostro impegno nel punk e nella protesta e' forse solo un altro aspetto del consumismo? quanti tra noi cercano davvero di mettere le mani su qualcosa che sia più consistente dei momenti magici offerti da un film di hollywood? se credete che questo sia solo un altro concerto e che noi siamo solo un altro gruppo di scimmie nello stesso vecchio zoo, scordatevelo. vi ricordate di quel tizio che ci aveva detto che potevamo "vendere la rivoluzione"? noi non vogliamo vendere la rivoluzione: noi vogliamo farla. dal concerto allo zig zag club occupato a oggi non abbiamo suonato in giro granche'. abbiamo fatto dell'altro, abbiamo cercato di allargare il nostro campo d'azione. non abbiamo certo l'intenzione di accontentarci di suonare in giro e far parte del circo: vogliamo di più.
abbiamo riflettuto e discusso a lungo, dalla guerra delle falklands alla rielezione della thatcher. non crediamo che un governo laburista sia in grado di rendere la gran bretagna un paese migliore in cui vivere: a qualsiasi governo interessa il potere, non la gente. quello che ci ha sconvolto di più è accorgerci che ci sia stata gente sufficiente a confermare quella pazza della thatcher al potere, e che quella stessa gente sia convinta che la thatcher possa offrire un qualche cosa di decente. non è forse questa una prova drammatica di come stanno andando male le cose? sappiamo già che in questi ultimi anni i ricchi si sono arricchiti e i poveri sono ancora più poveri, ma come mai grande parte delle classi meno abbienti ha contribuito alla sua vittoria elettorale?
che razza di pazzia è mai questa? e allora non basta più smettere di mangiare carne e partecipare a qualche manifestazione di protesta. la verità è che lo spazio a nostra disposizione diventa ogni giorno piu' scarso, e questo spazio sta per esaurirsi. non serve a niente quindi essere degli individui forti quando l'unico spazio in cui è possibile agire diventa quello della cella di una prigione.all'inizio di questo mese la thatcher ha autorizzato l'uso di proiettili di plastica in dotazione alla polizia, quegli stessi proiettili di plastica che hanno già ammazzato quattordici persone nell'irlanda del nord: erano quasi tutti dei ragazzini. da sempre lo stato britannico ha oppresso la popolazione dell'irlanda del nord imponendo lo sfruttamento economico ed una schiavitù controllata dall'esercito e dalla polizia. sembra adesso che quelli che comandano si siano accorti che la gente in inghilterra, scozia e galles non ne può più. il solo modo in cui potranno mantenere il controllo e costringerci in schiavitù è puntarci contro i fucili. la polizia è armata per la semplice ragione che il governo e i ricchi (per la maggior parte americani) che essa serve hanno paura. hanno paura che noi iniziamo a capire che i bei ragionamenti non ci porteranno da nessuna parte. hanno paura che noi si inizi a pretendere l'intera torta invece di accontentarci delle briciole. perché mai dobbiamo continuare a vivere schiavi di cosi poche persone disgustosamente ricche? perché mai dobbiamo continuare a trascinarci nelle nostre vite grigie e squallide mentre quei porci possono permettersi di andare in crociera alle bahamas sorseggiando un cocktail? è un insulto schifoso ai milioni di persone che muoiono di fame. è un insulto ed è il motivo buono.
quanti possono permettersi di girare a bordo di automobili che costano più di quello che una famiglia media del terzo mondo potrà accumulare nel corso di cinquanta vite? non crediate che la povertà si limiti all'africa e all'india: guardatevi attorno, voi che vivete nelle città industriali dell'inghilterra moderna. andate a bussare alla porta di casa di una qualsiasi famiglia contadina e vi aprirà gente che sopravvive ai limiti della miseria. non ve lo faranno vedere, e i servizi sociali lo sanno bene, ma quella gente sta morendo di fame, in senso letterale e spirituale. il governo in questi tempi parla tanto di aumento della criminalità, ma cè nessuno che si chiede come mai si commettono quelli che loro chiamano "crimini"? cazzo, la gente riesce a malapena a mettere assieme un pasto decente, e si vede sbattuta in faccia ogni giorno la ricchezza più smodata: una rolls royce che romba per le strade del centro, un manifesto che reclamizza l'ultima trovata tecnologica, uno degli innumerevoli spot televisivi che reclamizzano uno stile di vita che solo in pochi possono permettersi. loro lo sanno bene. fino a quando moriremo dalla voglia di imitarli, ci terranno completamente sotto controllo.
gli stipendi sono sempre più bassi e i prezzi sempre più alti: vi siete mai soffermati sul significato reale di questa frase? significa che noi, la gente comune, produciamo profitti sempre maggiori per i ricchi. significa che noi lavoriamo per quasi niente, e siamo indotti a desiderare la merda che produciamo e a ritenerla indispensabile. in questo modo, loro vincono due volte. la loro ricchezza l'hanno accumulata a scapito nostro. da secoli i ricchi ci hanno derubato della vita, ci hanno portato via le case e la terra, si sono presi i nostri corpi e i nostri pensieri, ma non appena uno che non mangia da un giorno allunga le mani su una pagnotta, ecco che lo chiamano "criminale".
i veri criminali sono loro. si arricchiscono della nostra fatica, si arricchiscono della nostra passività, si arricchiscono della nostra sofferenza. si arricchiscono sempre di più. vogliono che lavoriamo nelle loro fabbriche schifose e nei loro negozi di merda, vogliono che ci infiliamo per centinaia di metri sotto terra nelle loro miniere, vogliono che ci ammaliamo e moriamo di cancro nelle loro centrali nucleari, vogliono che gli costruiamo le case e che gli lecchiamo il culo. e tutto in cambio di un'elemosina del cazzo. vogliono che ci incateniamo alla loro moralità, cosi che possano spedirci a morire in una qualsiasi delle loro guerre. quanti di noi dovranno ancora morire prima che ci si renda conto che sono loro a guadagnare dai nostri sforzi? non gli importa che noi moriamo, un altro prenderà il nostro posto come pedoni sacrificati in una terribile partita a scacchi. i ricchi comandano grazie a un numero incalcolabile di morti, e i poveri continuano a moltiplicarsi.
opporsi alla guerra non è più abbastanza. le testate nucleari non rappresentano che lestensione logica di un modo di vivere secondo cui è normale che una sola persona possa controllare la vita di migliaia di altre. nel corso della storia la gente normale ha accettato passivamente di essere dominata da quei pochi ricchi e potenti. ha accettato passivamente la schiavitù e il degrado: solo così i ricchi sono stati in grado di accumulare enormi quantità di denaro, armi, proprietà e potere. la bomba in sé non fa paura: sono gli idioti che la controllano che costituiscono la vera minaccia.pensate che la minaccia sarebbe meno terribile se non ci fosse la bomba? certo che no. resteranno avvinghiati al loro potere fintanto che glielo permetteremo. dobbiamo pretendere e combattere per la cancellazione totale di ogni forma di governo, di qualsiasi orientamento politico. non accontentiamoci di credere che basti togliere un paio di mattoni per far crollare l'intero castello: la distruzione dovrà essere completa. giù tutto il palazzo e listituzione che rappresenta! è ora che ci rendiamo conto che la bomba è all'incirca un'esca: fintanto che le nostre energie saranno concentrate su questo unico obiettivo, loro riusciranno a perpetuare lo sfruttamento e mantenere il controllo su tutto il resto delle nostre vite. a loro serve la nostra paura della bomba: la bomba è il limite che sono disposti a oltrepassare per mantenere il loro potere. prima della bomba, i potenti utilizzavano dio: lo tenevano sospeso sulle teste della gente, onnipotente, a minacciare morte e dannazione eterna. non è cambiato granché. ora dio assomiglia di più allo zio sam che non a babbo natale.
mentre noi manifestiamo all'esterno di una base militare americana, i ricchi continuano a vivere felici e contenti: la base militare protegge loro ed i loro privilegi, perché la base militare non è che un dettaglio nella gerarchia dellautorità. certo, dobbiamo continuare a manifestare contro le basi, ma dovremmo anche cercare di espandere il raggio delle nostre azioni per dargli fastidio a qualsiasi livello. i veri centri del potere sono le banche e le multinazionali che finanziano le guerre: il nostro vero nemico è la ricchezza, e finché i pochi ricchi domineranno le nostre vite non ci sarà mai alcuna vera pace.
mentre noi siamo concentrati su un particolare, la thatcher e la sua banda di malfattori continuano a far chiudere gli ospedali, a trasformare le scuole in prigioni, a far aumentare il numero dei disoccupati e dei poveri, ad ampliare i poteri di polizia ed esercito, ad isolare i lavoratori in lotta (com'e'successo a warrington), ad opprimere orribilmente le minoranze (i neri, i nomadi, gli omosessuali). le strade si stanno trasformando in un luogo di riprese per le telenovele, in luoghi dove la voce del denaro è più alta di quella della gente, e sempre più carceri vengono costruite: sono per noi, per i dissidenti. perché permettiamo che questo accada? come abbiamo intenzione di reagire? qualsiasi atto di sovversione e sabotaggio indebolisce lo stato, siano queste azioni limitate al posto di lavoro o contro le istituzioni scolastiche, oppure operazioni su scala maggiore contro i centri dell'oppressione come quelle organizzate dalle donne di greenham o dall'animal liberation front.
perché non darsi al sabotaggio? ci sono centinaia di istituzioni su cui possiamo concentrare la nostra attenzione e che potrebbero essere ottimi obiettivi: dalle conferenze d'affari ai convegni razzisti, dagli uffici di reclutamento militare alle filiali delle banche, insomma tutti quei posti dove i ricchi si incontrano e organizzano i loro affari. qualsiasi cosa decidiamo di fare, in qualsiasi posto decidiamo di farla, ricordiamoci sempre che prima bisogna pensare e poi agire. il vandalismo fine a sé stesso e' assolutamente inutile e controproducente. bisogna pianificare attentamente le nostre azioni, per renderle quanto più possibile chiare ed efficaci, e far sì che le autorità sappiano perché abbiamo deciso di agire in questo modo (magari facendoglielo sapere tramite i mass media). dobbiamo stare molto attenti a non farci coinvolgere in imprese per le quali non siamo pronti: potrebbero equivalere a un suicidio. non vale la pena essere pestati a sangue in prigione solo perché non si è stati abbastanza attenti a organizzare un'azione che è finita male. ricordiamoci sempre che il nemico dispone di enormi forze di oppressione e repressione, e che non esiterà ad usarle contro di noi.
i paesi del terzo mondo sono sempre meno disposti a restare a guardare mentre gli altri fanno gli affari: questo significa che le cose si metteranno peggio ma non per i ricchi, per noi. quando i paesi arabi si sono rifiutati di continuare a vendere il loro petrolio a basso prezzo, le economie dell'occidente sono state sul punto di crollare: i prezzi sono andati alle stelle ma gli stipendi sono rimasti gli stessi. e i ricchi sono rimasti ricchi.
disoccupazione significa milioni di persone che dipendono dall'assistenza sociale: significa finire in una lista nera, mettersi in coda per ritirare un sussidio ed essere esposti ad una frustrazione costante. c'e' chi trova tutto questo intelligente: farsi pagare dal governo, non lavorare e fottere cosi il sistema. chi viene fottuto, in realtà, sono proprio loro. il governo dice di non avere quasi più soldi. erano i nostri soldi. dicono che non ce n'è quasi più: significa che noi siamo rimasti senza. doveva esserci una riserva, dei soldi messi da parte per i tempi grami. niente da fare. chi se l'e' presa nel culo? noi. nel nostro paese ci sono quasi quattro milioni di disoccupati, molti con una famiglia sulle spalle. ci sono persone anziane che sopravvivono con una pensione da fame, gente che ha problemi di salute, ragazzi troppo giovani per poter lavorare. come può un paese sostenere il mantenimento di tutta questa gente che non guadagna niente al livello di spreco della società consumistica? ecco la risposta: si risparmia. si va a caccia di manodopera a basso costo e si depredano le risorse dei paesi poveri del mondo.tre spunti di riflessione. uno, il nostro paese stanzia cifre enormi per le spese militari. due, i paesi da depredare offrono sempre meno da poter depredare. infine, i ricchi continuano ad arricchirsi e ne sono consapevoli, cosi come i poveri continuano ad avere sempre meno e ne sono consapevoli. prepariamoci dunque a un periodo di stenti. chi è povero, ammalato, troppo vecchio o troppo giovane per lavorare, chi fa parte di una minoranza, insomma chiunque non sia ricco si prepari ad una vita di merda. il governo farà in modo di proteggere i ricchi, cosi come è sempre stato e sempre sarà. non sarà risparmiato un soldo dalle cifre stanziate per gli armamenti, cosi come non verrà risparmiato un soldo dai finanziamenti ai loro centri di potere. ci sarà il crollo totale dei servizi sociali, ce ne stiamo già accorgendo. i sussidi di disoccupazione verranno pagati riducendo i finanziamenti alla sanità e abbassando le pensioni e i sostegni economici ai settori sociali più bisognosi. il sussidio serve a tener buoni i disoccupati: il governo li considera, specie i più giovani, come estremamente pericolosi. è gente che ha a disposizione del tempo per poter pensare. è gente che ha poco o nulla a che fare col sistema. è gente che sta cominciando ad aprire gli occhi. il governo cerca di tenerli buoni con i soldi, ma quando i soldi finiranno li dovrà tenere buoni con la forza. hanno in serbo per noi il lavoro forzato e i campi di concentramento. ci toccherà escogitare nuove strategie di sopravvivenza in un ambiente che si fa sempre più ostile. dovremo trovare delle alternative al medico e ai farmaci, inventare nuove maniere di vivere e di relazionarci, saremo costretti a condividere e scambiare le nostre conoscenze, abilità ed energie. ma soprattutto dovremo assolutamente sbarazzarci di questo sistema corrotto di merda.
il sistema ci ammazza tutti: ha già provocato la morte per fame di metà della popolazione della terra, morti per giustificare la sua difesa tramite gli armamenti atomici, e magari non ci penserà sopra nemmeno per un momento quando dovrà ammazzare l'altra metà. imparare a sopravvivere sarà importante perché ci permetterà di essere più efficienti e determinati, e soprattutto più decisi ad utilizzare le nostre abilità e conoscenze contro il sistema. per troppo tempo abbiamo speso le nostre energie per mantenere quel gruppetto di porci schifosi che vogliono farci da padroni. non è più possibile fare finta di non sapere: sono sette anni che la protesta punk li ha smascherati. adesso è il momento di fare sul serio.
vi ricordate di quel tizio che ci aveva detto che potevamo "vendere la rivoluzione"? ricordiamoci bene che la rivoluzione, quella vera, non ha capi. la rivoluzione, quella vera, inizia nella nostra testa. bisogna liberarsi di tutta la merda che i genitori, la scuola e le strutture del sistema ci hanno ficcato in testa, sennò è meglio lasciar perdere: è pericoloso. se vi spinge il desiderio di vendetta, restatene fuori: il motivo fondamentale della vera rivoluzione è l'amore. l'odio lasciatelo ai politici, che non riescono a vedere oltre le sacre citazioni dei loro consiglieri.
e allora, perché tutta questa rabbia? che cos'e' che vogliamo? perché mai ci comportiamo cosi? la risposta è semplice: il mondo potrebbe essere un posto meraviglioso, la vita potrebbe essere vissuta come il miracolo che effettivamente e'. quasi tutti sappiamo bene che, oltre i reticolati imposti dall'autorità, c'e' una vita meravigliosa che ci appartiene per diritto sin dalla nascita.
ognuno di noi è un essere unico, diverso da tutti gli altri ma ugualmente perfetto e prezioso. ma quanto di tutto questo ci permettono di capire quelli che ci vogliono loro schiavi? sin dalla nostra nascita siamo costretti alla sottomissione, continuamente ridicolizzati e schiacciati nella nostra inutilità: è raro che qualcuno riesca a sopravvivere in questo ambiente cosi ostile.
chi pensa di poter disporre di noi, chi è convinto di avere il mandato divino di imporci il futuro, chi ci nega la possibilità di prendere delle decisioni e scegliere valori e morale, ci toglie il diritto ad essere noi stessi. abbiamo a disposizione una sola vita, preziosa ed unica: dobbiamo imparare a viverla a nostro modo. abbiamo a disposizione una sola vita per godere della bellezza del nostro pianeta: la meraviglia del mare in continuo movimento le cui rive congiungono terre e popoli, le montagne cosi alte da toccare il cielo che digradano fino alla pianura, distese di frumento ed orzo dorato accarezzate dal vento d'estate, spirali di pollini e polvere che danzano nell'aria, nuvole d'insetti sugli stagni e tra l'erba, le radici del giglio e del bucaneve che si fanno strada nel terreno d'inverno, il silenzio della notte quando non c'è traffico sull'autostrada lontana.
è un'illuminazione improvvisa quella che ci dice che c'è qualcosa al di là della schiavitù in cui siamo costretti a vivere. è come se per un momento fossimo riportati indietro alla nostra infanzia, quando l'incubo non aveva ancora messo le radici nella nostra testa. la vita è un prodigio, ed è spaventoso che solo in pochi possano provare la meraviglia e l'estasi di questa esperienza.perché mai i ricchi devono sprecare quest'unica possibilità che ci viene offerta? perché la loro terribile avidità deve privarci della gioia e del piacere? con ogni probabilità non potremo godere direttamente del frutto delle nostre lotte: con l'inasprirsi dello scontro dovremo certo sopportare malvagità e repressione, ma non dimentichiamo che combattiamo per il futuro con la speranza che i nostri figli possano godere di una vita migliore della nostra. siamo sempre stati costretti a sottostare alla minaccia di distruzione totale, siamo sempre stati sfruttati e maltrattati dai ricchi: è per il futuro che dobbiamo ribellarci.
ci hanno portato via tutto e ora noi lo rivogliamo indietro: vogliamo indietro la nostra terra e le nostre case, vogliamo indietro la nostra lingua e la nostra voce, vogliamo indietro la nostra mentalità e la nostra cultura. la gran bretagna è stretta inesorabilmente nelle grinfie dell'imperialismo economico e militare americano. il governo del nostro paese è una marionetta nelle mani dell'america: non potrà ribellarsi, ma noi si. noi dobbiamo farlo. la gran bretagna è diventata la pattumiera per le porcherie di plastica del paese di topolino e la discarica delle scorie nucleari che gli americani non vogliono tenersi a casa loro. la nostra terra, una volta verde e lussureggiante, è diventata una giungla tossica contaminata da quelle centrali atomiche che il governo statunitense ha dismesso perché ritiene inaffidabili e da quei missili cruise che ritiene troppo pericolosi comunque.
fintanto che il capitale americano dominerà la gran bretagna, i ricchi se ne serviranno per proteggersi. stiamo vedendo ora come la polizia e l'esercito britannico vengano utilizzati per proteggere gli interessi americani: tanta e ancora tanta gente comune che viene utilizzata per il privilegio di pochi.
non vogliamo un mondo in cui solo i ricchi possano muoversi liberamente: noi sappiamo che è anche un nostro diritto e vogliamo vivere e muoverci come e quanto vogliamo. non ci sono attriti tra i popoli del mondo: le guerre ci sono imposte da chi ci governa, sono loro a creare malcontento e rivalità. dobbiamo disarmarli prima che riescano a distruggere tutto. noi non vogliamo guerre ne' violenze: vogliamo la pace, la libertà e l'armonia tra i popoli. non siamo convinti che la gente sia cattiva: quelli che sembrano tali sono vittime di situazioni terribili determinate da chi comanda. al mondo ci sono ricchezze, cibo e risorse sufficienti per tutti, perché tutti possano godere di una vita semplice, onesta e felice, ma finché i ricchi potranno disporre di tutto a proprio piacimento non ci sarà alcuna possibilità di uguaglianza ed alcuna speranza di un reale cambiamento.
dobbiamo essere disposti a rifiutare la logica consumista che regola le nostre vite e renderci conto che la bomba è parte integrante di quell'etica. l'industria nucleare è una delle fonti di potere e di reddito maggiori, è il più grande sogno capitalista: bomba atomica e rolls royce sono connesse in maniera più profonda ed articolata di quanto non si pensi. rifiutiamoci quindi di fare parte del mercato: dobbiamo pretendere bellezza ed intelligenza, dignità e trasparenza. siamo vissuti per troppo tempo nella realtà di menzogna che i ricchi ci hanno costruito attorno: è arrivata l'ora che siamo noi a costruire la realtà che ci appartiene.nota. se a volte sembra che noi (i crass) siamo scomparsi dalla circolazione, è perché abbiamo dell'altro da fare. se non siamo in giro come gruppo, state pur certi che siamo in giro individualmente. non vogliamo essere costretti nel ruolo di "prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori". da soli e insieme possiamo costruire un futuro per la nostra terra, e ci riusciremo.